Dopo aver vissuto per un anno a Kyoto, dove ha compreso che la vita in Giappone non fosse la strada migliore per lei, in un momento di sconforto – tornata in Italia – Giulia scopre la skin care coreana e inizia a recensirne i prodotti.

Quasi immediatamente, vari brand coreani hanno iniziato a spedirle degli omaggi per farne delle recensioni. Un anno dopo, uno di questi entra in contatto con lei per proporle un ruolo da mediatrice durante l’annuale Fiera dell’Artigianato di Rho e, da quel momento, la sua carriera è stata tutta un crescendo. Raggiunge Seoul – completamente diversa da Kyoto – e a distanza di tre anni, si racconta come perfettamente ambientata e felice di vivere nel Paese della Tigre.

L’ arrivo in Corea del Sud

All’inizio non è stato facile per Giulia, non solo perché si è ritrovata in una metropoli opposta alle sue aspettative, ma anche a causa della piccantissima cucina tradizionale coreana, a cui, adesso è abituata: “Mi sono ritrovata a mangiare kimbap quasi ogni giorno! Non fidarti quando i coreani ti dicono che il cibo non è piccante!”, scherza Giulia.

Sorprendentemente, infatti, l’ostacolo più grande per Giulia non è stata la lingua, appresa proprio in Corea: “In realtà, se non sai il coreano e stai solo studiando puoi cavartela… bene o male, l’inglese può salvarti: le indicazioni sono scritte anche con l’alfabeto romano e ci sono varie applicazioni che ti portano ovunque”.

Ciò che ama della Corea del Sud è l’efficienza nel food delivery, ma anche l’alta funzionalità e praticità dei mezzi pubblici. Nonostante le recenti notizie di attualità, in cui, il tema centrale è la sicurezza, Giulia mi ha confidato di come si senta molto sicura: “Soprattutto prima avevo degli orari assurdi, quindi capitava che uscissi di notte e fossi tranquilla. Non potrei dire la stessa cosa dell’Italia, purtroppo. Qui, mi sento sicura quasi al 100%”.

In soli tre anni nel Paese della Tigre, Giulia ha vissuto moltissime avventure ed esperienze, dalle più divertenti, alle più difficoltose. La difficoltà maggiore, per Giulia, è fare i conti con la solitudine, proprio per questo ha deciso di mantenersi attiva sui social: tra IG Stories dove ci racconta la sua vita quotidiana, lezioni di coreano e video su TikTok.

La carriera di Giulia in Corea del Sud

La giovane Giulia Brambilla è riuscita a costruire da sola il suo percorso lavorativo, grazie al suo impegno, ma anche un pizzico di casualità. “Quando studiavo a Venezia o a Milano, capitava che delle agenzie mi notassero in giro per la città e mi chiedessero di posare o partecipare a delle sfilate di moda. È sempre successo tutto casualmente, anche in Giappone, dove delle ragazze mi chiesero di fare da modella per delle parrucche. Per me, sono state tutte delle esperienze divertenti… il lavoro vero e proprio è iniziato con la collaborazione con i vari brand di skin care coreana”.

Mediante dei post su Instagram, è stata contattata anche da alcuni fotografi coreani, quindi ha deciso di provare a intraprendere questo percorso, nonostante il suo sogno iniziale fosse quello di lavorare nell’ambito della cura della pelle: “Mi son detta… proviamoci e vediamo come va!“. Ha iniziato, quindi, come modella, poi ha ricoperto qualche ruolo minore nei k-drama, fino al momento in cui ha ottenuto una parte nel nuovissimo web drama Reset, dove ha ricoperto il ruolo di Madison, una dei protagonisti. La sua affinità con il personaggio è evidente: precisa, schietta e determinata, ma anche altruista e di buon cuore.

Il suo prossimo obiettivo è quello di migliorare maggiormente le sue capacità attoriali e prenderà delle lezioni in merito.

Reset

Reset è arrivato, anch’esso, in modo casuale: “Il casting per il personaggio di Madison è sbucato fuori dal nulla, ero molto pessimista a riguardo, ma non appena ho terminato l’audizione, sentivo che sarebbe andata bene”. Giulia, proprio grazie a questa esperienza ha potuto comprendere maggiormente le sue capacità, ma anche le sue difficoltà e migliorarsi: “All’inizio ero proprio impacciata, la mia performance nei primi episodi, secondo me, è stata terrificante. Essendo stata la mia prima esperienza ho fatto fatica… invece poi, con il tempo e con i consigli del regista, riconosco di aver acquisito un minimo di capacità in più per fare meglio”.

Giulia mi ha raccontato come il set di Reset sia stato per lei come una “scuola gratuitaper imparare e per scoprire nuove opportunità: “Ero sempre sul set, anche quando non avevo le mie registrazioni, ho guardato e ascoltato le mie performance, non mi sono mai fermata, ho seguito master e lezioni di professionisti e spero che, un minimo si sia notato. Se lo dovessi rifare adesso, la Giulia di oggi non lo farebbe allo stesso modo”.

Giulia ha avuto, inoltre, un ruolo fondamentale nella scrittura del copione e nell’editing, riuscendo a dare voce alle nuove generazioni, con sequenze più intriganti per i giovani, al di là della trama incentrata sulla tecnologia.

Il suo impegno è stato ripagato, infatti, sul set ha avuto modo di conoscere le persone che ora sono i suoi agenti, i quali hanno apprezzato la sua forza di volontà e, adesso, è la prima persona a far parte della loro agenzia.

Reset, web drama nato da un’idea di Paul Battle, è dedicato alle nuove generazioni e al loro rapporto con la tecnologia, con le sue opportunità e i suoi lati negativi. I giovani, ormai, usano la tecnologia per risolvere ogni tipo di problema, ma poi devono sempre filtrare le risposte che i server danno, discernendo il bene dal male.

La qualità è molto buona, le luci, le riprese, i dettagli sono ben pensati, i set sono stati realizzati dagli studenti della scuola di Arte e Design di Seoul, partner nella produzione. L’unica pecca? Una trama un po’ debole, ma è, sicuramente, un progetto in divenire.

Giulia è un perfetto esempio per la generazione più giovane, esempio di serendipità, l’argomento protagonista del mio blog.

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