Il mondo del cinema femminile raccontato da Siria Frate
Siria Frate con il libro "Cinema, femminile plurale" ci fa entrare nel mondo del cinema raccontando le registe dietro la macchina da presa
Siria Frate con il libro "Cinema, femminile plurale" ci fa entrare nel mondo del cinema raccontando le registe dietro la macchina da presa
Da tempo volevo dedicare la recensione di un libro dedicato ad un settore molto bistrattato e, per certi versi, boicottato. Parlo del mondo del cinema femminile raccontanto del libro Cinema, femminile plurale. Le donne che hanno fatto la storia della settima arte, di Siria Frate (Infinito Edizioni, 2024).
L’attrice Jenna Ortega ha recentemente commentato le tendenze attuali dell’industria cinematografica in un’intervista a MTV:
“Adoro che ci siano molte più protagoniste femminili al giorno d’oggi, penso che sia così speciale”, ha detto Ortega. “Ma dovremmo avere le nostre. Non mi piace quando è uno spin-off”.
E in effetti non ha torto. In questo settore le donne hanno dovuto lottare sempre e affermarsi con fatica e convinzione e il libro che andiamo a recensire lo racconta a 360 gradi.
Le donne hanno contribuito ad inventare il cinema ma sono state in gran parte escluse da Hollywood come registe dagli anni ’30 agli anni ’60. Altre donne, per lo più bianche, hanno continuato a recitare in film diretti principalmente da uomini (bianchi), una divisione del lavoro basata sul genere che ha contribuito a creare modelli mentali radicati: le donne dovevano essere guardate, per parafrasare la studiosa femminista Laura Mulvey, mentre gli uomini appartenevano al mondo dell’azione, che interpretassero l’eroe sullo schermo o prendessero le decisioni dietro la telecamera.
Un piccolo gruppo di donne indipendenti è comunque riuscito a realizzare film fuori Hollywood decennio dopo decennio nonostante le difficoltà culturali ed economiche e l’indifferenza, il disprezzo e gli abusi dei kingmaker e dei loro portavoce, anche nel giornalismo.
La fine del vecchio sistema degli studios con le sue galassie di attori sotto contratto si è rivelata disastrosa per le star donne, e l’ethos macho della New Hollywood che ne è seguita non è sempre stato accogliente, anche se Barbra Streisand, Jane Fonda, Jill Clayburgh, Ellen Burstyn, Sally Field, Cicely Tyson e altre hanno trovato ruoli succosi e consensi.
Verso la fine degli anni ’70, blockbuster come Lo squalo e Guerre stellari avevano inaugurato un business mainstream diverso e di grandi dimensioni, che ha riempito i decenni successivi di film di amici e di esplosioni cariche di testosterone. Ma sia a Hollywood che fuori, manciate di donne come Elaine May, Barbara Loden, Joyce Chopra, Madeline Anderson e Julia Reichert stavano anche girando film. E mentre l’ascesa di Indiewood ha introdotto nuove star femminili e, col tempo, un numero crescente di registe donne.
Siria Frate, scrittrice laureata in Comunicazione all’Università di Parma e che ha dato conclusione al suo percorso ai Women’s studies e alla Feminist Film Theory, con Cinema, femminile plurale edito da Infinito Edizioni (2024) con prefazione della critica cinematografica Chiara Cozzi, ci fa entrare in questo meraviglioso mondo cinematografico femminile raccontando a 360 gradi dalle registe dietro la macchina da presa come le pionieristiche del muto di Alice Blanche-Guy e Lois Weber, alla Nouvelle Vague con Agnés Varda, passando a quelle davanti alla presa che spazia dall’oggettivazione del corpo al soggetto di studio della psicanalisi e le differenze tra male gaze e female gaze, fino ai giorni nostri con il movimento #MeToo e di come stia cambiando l’ambiente dopo questo scossone gigantesco.
Siria Frate si sofferma molto sulla disparità di genere non solo economica, ma soprattutto lavorativa. Nell’immaginario patriacarle dove l’uomo era sempre solito ad avere tutto per sé, le donne ora si stanno sempre più facendo largo nel mondo del cinema che sia essere regista, attrice o responsabile alla direzione del casting.
Nel libro la scrittrice ci domanda cosa ci lascia in eredità la Feminist Film Theory e di come dovremo gestire questa preziosa eredità, portando avanti tutta la bontà del lavoro di questi anni, con una consapevolezza che molto si è fatto, ma che si ci si dovrà elevare nei prossimi anni verso una evoluzione paritaria in tutto nel mondo del cinema.
Ve lo consiglio vivamente da leggere, mi è piaciuto un sacco. Dettagliato e completo in ogni sua forma scritta.
Siria Frate si merita ogni bene nella sua nuova carriera letteraria.