Gianni Minà è uscito da un romanzo di Luis Sepulveda o forse da una pellicola di Ken Loach. Gianni è il Jack London del racconto civile, non importa se utilizza la camera da presa o la scrittura o uno studio televisivo o ancora una pagina di giornale.

Tutti dobbiamo un pezzettino della nostra passione artistica a Gianni Minà: tre generazioni sono cresciute guardando il mondo con i suoi occhi, le sue parole, il suo coraggio, la sua poesia. Perché Gianni Minà ci ha insegnato a guardare e non semplicemente a vedere.

A Gianni Minà dovrebbe essere assegnato il David di Donatello alla carriera, per risarcirlo di un pezzettino della dignità professionale ed artistica che la Rai dei politici dell’era Berlusconi gli ha strappato.

Gianni Minà è un cantore alla pari di Victor Hara. Al cantautore cileno gli hanno spezzato le mani per impedirgli di suonare. A Minà hanno cercato di cucire la bocca e gli hanno staccato la corrente ma lui, sfidando ogni censura, è andato avanti retto eroicamente da sua moglie Loredana Macchietti (il loro amore e il loro sodalizio artistico sono degni di un romanzo del caro compagno Marquez).

Mi ha commosso vederli in una foto, mano nella mano, intenti a festeggiare gli ottantaquattro anni di Gianni. Una tenerezza che insegna l’amore. Gianni Minà è soprattutto un uomo generoso, come lo sono i grandi intellettuali della sua generazione, come Renzo Arbore sempre pervaso dalla sua smisurata solidarietà nei confronti dei giovani artisti.

Minà è un maestro che non tiene tutto per sé, ma continua a dare per creare una continuità generazionale e costruire una coscienza civile. Mi è capitato di frequentare Gianni Minà e sua moglie Loredana qualche anno fa, abbiamo tenuto insieme alcune conversazioni pubbliche per promuovere la rivista Latinoamerica.

E’ stato come fare il giro del mondo a bordo di una macchina del tempo. Attraverso i suoi racconti mi sono innamorato dell’America Latina e ho riscoperto le figure di Che Guevara e di Maradona. Loredana firma il docufilm Una vita da giornalista, un road movie da Torino a Roma dove incontrare i Beatles, Ungaretti, Vinicius de Moraes, Carmelo Bene, Roberto Benigni, Federico Fellini, Pietro Mennea, Gabriel García Márquez, Sergio Leone, Muhammad Ali, Massimo Troisi, Pino Daniele, Gigi Proietti, Maradona, Vittorio Gassman, Fidel Castro e Fabrizio De André. I titoli di apertura sono firmati da Bruno Bozzetto con una straordinaria animazione.

Gianni Minà è stato celebrato con un premio speciale al Festival di Berlino e la consegna del premio è la sequenza finale del documentario. Un film che merita una prima serata su Rai Uno. E Venezia? E l’Italia? Dove sono?

Celebriamo Gianni oggi. Rivolgo nuovamente il mio appello all’Accademia del Cinema Italiano dei Premi David di Donatello e lo estendo anche  al Direttore della Mostra del Cinema di Venezia. Intanto l’ultimo dono di Gianni è il progetto “MINÀ’S REWIND” . 

Per spiegarlo Gianni prende in prestito le parole di Tiziano Terzani:

“Non è un semplice mestiere – prosegue – non un modo di guadagnarsi da vivere, ma qualcosa di più, che ha una grande dignità e una grande bellezza, perché è consacrato alla ricerca della verità. Ecco il suo valore morale, avvertibile nel modo di raccontare, nel presentare i fatti. Certo la scuola, anche una scuola ad hoc, aiuta, ma è propedeutica, perché nessuna scuola potrà mai insegnarti la missione, non ti dà quella cosa in più di cui hai bisogno: la vocazione. E certe scuole di giornalismo mi hanno fatto l’impressione di essere frequentate da seminaristi senza vocazione. Se uno fa il meccanico e lo fa bene, nulla da dire; ma se uno fa il prete, per farlo bene deve avere qualcosa in più. E il giornalista è come il prete: deve avere la chiamata, la vocazione, sentire la missione”.

Ogni volta mi appare riduttivo definire Gianni Minà un giornalista, preferisco chiamarlo poeta.

Questa la premessa di Minà’s Rewind, il crowdfunding per digitalizzare il suo archivio e renderlo pubblico e fruibile da tutti. La necessità di conservare la memoria e in particolare di raccontare o di sentire raccontata la propria storia, è fondamentale per la crescita personale e sociale di ognuno di noi.

La preservazione della memoria è un’azione fondamentale per costruire il significato del proprio presente, alla luce del passato e in vista del futuro. Si arriverà così, partendo da una storia individuale, unica come uniche sono le nostre vite, a raccontare una Storia corale, collettiva, che, nel suo piccolo, permetterà di descrivere il passato, il presente, ma soprattutto di tracciare un futuro

L’idea di Minà’s Rewind

Non è un programma televisivo, ma il recupero della cassetta degli attrezzi da lavoro di un giornalista che ha sviluppato nel tempo un modo di raccontare le gesta e le voci di alcuni uomini con un nuovo linguaggio. Attraverso la storia degli uomini, si racconta la storia di un Paese e di parte del mondo.

Gianni Minà ha prodotto più di mille ore di servizi di telegiornali, programmi televisivi e documentari sottolineando personaggi e fatti che hanno attraversato più di sessant’anni di storia italiana e non solo. Ha collezionato molti scoop e intervistato personalità irraggiungibili: da Maradona a Fidel Castro, da Robert De Niro a Sergio Leone, da Muhammad Ali a Pietro Mennea.

Ha esercitato una professione nell’unico modo possibile: il suo. E osservando la sua lunga carriera si è trattato di un modo vincente. Lo ha fatto usando la parte migliore delle sue interviste registrate. E il resto? Nel suo magazzino.

Perle nascoste dal tempo e che varrebbe la pena riscoprire. Minà’s Rewind è un lungo viaggio, costruito con i materiali più diversi. Il progetto prevedere il raggruppamento di tutto il materiale inerente la produzione di Gianni Minà secondo un ordine ragionato, cronologico e/o di settore (giornalistico, sportivo, culturale, musicale, ecc.) da ospitare sul suo sito e sui suoi canali social ufficiali. Questo progetto è parte di un progetto più ampio basato sulla memoria di Gianni Minà, costituita dai suoi articoli, libri, interviste, documentari, partecipazioni, numeri di Latinoamerica.

L’ambizione è trasformare il suo sito in una piattaforma di pensiero attivo, un archivio, un’isola dove trovare informazione verificata.  

I costi del progetto Minà’s Rewind

Il costo del riversamento e della digitalizzazione di tutto il materiale audiovisivo d’archivio (vhs, betamax e supporti vari), prevalentemente inedito, è alto, e si dovrebbe aggirare sui 30.000€, più ingente è quello delle pellicole. Consapevoli della difficoltà che alcuni supporti obsoleti comportano, la ripartizione dei fondi sarà effettuata in base all’onerosità che le specifiche lavorazioni richiedono.

Via via che il materiale viene digitalizzato, verrà pubblicato e condiviso sui nostri canali ufficiali, specificandone il ritorno alla luce grazie all’impegno collettivo.

Sono stato a casa di Gianni Minà e ho visitato il piccolo centro di produzione dov’è tutto il materiale girato e prodotto da Gianni. E’ stato come entrare in una grande biblioteca dove sono custoditi i manoscritti più preziosi.

E questi manoscritti ora vanno conservati ecco perché sostenere Minà’s Rewind è un dovere di ognuno di noi ( per contribuire si può partecipare al crowdfunding). Aiutiamo il Maestro a salvare tutta la memoria che ci ha donato.

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