Partiamo da FORK: il nome significa Food Design for Opportunities, Research & Knowledge. FORK è un’organizzazione globale senza scopo di lucro di persone interessate al cibo e al design che mira a (ri)pensare e (ri)inquadrare i sistemi alimentari e la dieta umana.
È un think tank di esperti e professionisti che lavorano nel settore alimentare e del design e vogliono (ri)progettare i sistemi alimentari. Fork crede in un mondo in cui si possano immaginare sistemi alimentari migliori e tutti possano diventare #foodchanger. La sua mission è progettare un ambiente creativo in cui designer, chef, produttori di cibo, aziende, studenti ed università, possano trovare i loro spazi.

Tra gli imminenti traguardi da raggiungere quello più importante è la Conferenza del prossimo 28 aprile a Lisbona, una conferenza di tre giorni (in presenza) in cui parleranno gli accademici, i professori, i ricercatori e gli studenti. Ma non solo. Si chiama EFOOD, è già alla sua terza edizione e quest’anno il titolo della conferenza sarà Experiencing and Envisioning Food: Design for change. Il tema è il cambiamento, ma soprattutto l’obiettivo di far comunicare l’Academia con gli addetti ai lavori, connettere i designer a chi col cibo ci lavora, tutti i giorni. Assieme possono ri-progettare il mondo verso scenari più sani e sostenibili, rispondendo ad una serie di domande:

Cosa possono fare governi, industrie, organizzazioni sovranazionali?
Cosa possono fare il settore pubblico e privato?
Cosa possono fare agricoltori, produttori, distributori, ristoratori?
Cosa possono fare il mondo accademico, la ricerca, la scienza?
Cosa può fare la società civile?
E quale contributo reale possono dare i designer?

Sono 800 milioni le persone che soffrono la fame, ma allo stesso tempo abbiamo anche alti tassi di obesità. Le diete sane e nutrienti sono costose, ma molti produttori sono poveri. Le pratiche attuali non fanno bene all’ambiente. È chiaro che serve una rivoluzione, e ne abbiamo bisogno al più presto.

Una rivoluzione che può partire solo ripensando il nostro modo di rapportarci al cibo attraverso think tank di esperti che condividono esperienze e studi. L’evento sarà dunque il seguito di ciò che è appena successo questo autunno, quando Fork ha lanciato e organizzato la prima edizione della Giornata Mondiale del Food Design (in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione lanciata dalla Fao), per far conoscere il food design e l’impatto della creatività sulle filiere agro-alimentari. Una vera e propria corsa a staffetta, durata 20 ore; una #FORKrace durante la quale più di 70 innovatori, scienziati, designers, creativi provenienti da oltre 50 diverse città del mondo, hanno presentato le loro proposte.

I 5 fondatori di FORK hanno diretto e coordinato personalmente questa staffetta. E’ iniziata alle 8 di mattina in Italia, ma virtualmente è volata direttamente in Asia, e si è conclusa alle 3 di notte del giorno dopo, in Sud America. L’#ashtag WFDD21, World Food Design Day 2021, è stato condiviso da centinaia di persone, e per giorni i social hanno continuato a diffondere le immagini dei protagonisti. Una iniziativa unica e pionieristica, la prima in assoluto a livello mondiale, sul food design, per mostrare al mondo dell’agri-food, come il design possa aiutare a ripensare il cibo, a come produrlo, trasformarlo, distribuirlo e mangiarlo.

I partecipanti sono stati presentati come #foodchangers e ognuno di loro ha avuto 15 minuti per presentare una soluzione concreta per affrontare le sfide di oggi e di domani verso la sostenibilità attraverso il cibo. Unica regola: essere concreti, mostrare, e raccontare progetti reali. Molti di loro hanno aperto le telecamere dentro i loro studi, altri hanno collegato il cellulare dalla vigna, dal ristorante o dall’azienda agricola in cui applicano il design quotidianamente.

Ogni foodchanger ha spiegato a suo modo la relazione tra food e design. Attraverso le loro azioni, hanno dimostrato che il food design non presenta il cibo solo da un punto di vista estetico, comunicativo e rappresentativo, ma piuttosto lo progetta in maniera trans-disciplinare, grazie alla collaborazione attiva (e spesso anche inaspettata) tra scienza, tecnologia, alimentazione, agricoltura, e non solo…

La #FORKrace ha viaggiato dalla Nuova Zelanda alla Thailandia, dalla Tasmania, passando per l’India e l’Indonesia, attraverso molti paesi europei, in Italia, poi Spagna, Olanda, Svizzera, UK, Portogallo, Norvegia per poi arrivare negli USA, in Sud America , con progetti colombiani, messicani, argentini, brasiliani, uruguaiani, peruviani, venezuelani. Una dimostrazione di grande generosità verso un pubblico, che ha seguito per tutto il giorno e la notte la prima #FORKrace internazionale sul food design. Un esempio bellissimo di collaborazione e integrazione, multidisciplinare, transnazionale e multiculturale. Si è spesso giocato con le lingue, per raccontare i numerosi esempi, i prodotti, i sistemi e gli atti alimentari che possono fare la differenza. Le diversità sono state il vero valore aggiunto, con un unico comune denominatore: rafforzare il messaggio che il food design è un agente per il cambiamento.

Un programma inclusivo, più che esclusivo, che ha unito nomi famosi come quelli di Marti Guixe e Marije Vogelzang, portavoci del tema del food design nel mondo, con quelli di giovani food designer, alcuni ancora studenti. Tra questi, 5 donne, food designer, indiane che hanno colto questa occasione per lanciare il loro network per l’innovazione dei sistemi alimentari in India: hanno capito che attraverso il design possono portare un grande valore aggiunto nella loro terra di origine.

Nel programma c’erano chef stellati e ristoranti riconosciuti per la loro innovazione e creatività come Cristina Bowerman con il suo contributo illuminante sul design visto dal mondo della ristorazione, e l’avanguardia di Celler de Can Roca,  e Mugaritz dalla Spagna. A questi si sono alternati giovani chef, creativi culinari e alchimisti come Francisco “Paco” Álvarez Ron, del Food Alchemist Lab del Future Food Institute.

La giornata mondiale del Food Design è stata anche un momento importante per iniziare a riflettere su come politiche e istituzioni pubbliche possano supportare l’innovazione e il design nell’agri-food. Il sito della New European Bauhaus ha infatti promosso la #FORKrace sul sito della Commissione Europea dedicato alla costruzione di spazi di vita più belli, sostenibili ed inclusivi.

Numerose le scuole e le università coinvolte, SPD Milano, Elisava Barcelona, ​​ESTHE in Portogallo, ma anche scuole online, il CENTRO dedicato al Food Design a Città del Messico, e i percorsi educativi per diventare Food and Climate Shapers

La #FORKrace è stata una grande sfida. Un evento emozionante e gratificante per tutti quelli che hanno partecipato. Tutti possono rivederla, perchè è accessibile interamente online a #WFDD21.

La prima edizione del World Food Design Day è stata un’iniziativa fortemente voluta e organizzata da FORK, un’organizzazione no-profit internazionale, formata da un team di professionisti e accademici impegnati nel food e nel design ( tra cui la sottoscritta!), che vogliono supportare nuove soluzioni per la nostra salute e la salute del Pianeta, in linea con gli Obiettivi dello Sviluppo sostenibile (SDGs).

Concludo suggerendo un libro, il catalogo della mostra di Broken Nature. Una mostra fantastica, curata dalla mitica Paola Antonelli.

Alcuni mi hanno chiesto “Perché? Perché organizzare una giornata mondiale del food design? Ce n’era proprio bisogno?”. Io rispondo con le parole di Paola Antonelli: “i designer stanno tra le rivoluzioni e la vita quotidiana. Hanno la capacità di cogliere cambiamenti epocali nella tecnologia, nella scienza e nel costume e di trasformarli in oggetti e idee che le persone possono veramente capire e usare“.

Si, serviva il Giorno Mondiale del Food Design. E doveva essere fatto proprio cosi. The FORK Organization ha iniziato la sua piccola rivoluzione: il WFDD21 è solo l’inizio.

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