C’è un segreto che ogni bosco porta con sé e solo l’uomo stolto si rifiuta di ascoltarlo.

Questo ci ha insegnato il film Il segreto del bosco vecchio, tratto dall’omonimo libro di Dino Buzzati pubblicato a Milano nel 1935.

Eppure, oggi, è l’uomo stolto quello che prende le decisioni. Infatti, le motivazioni finanziarie regolate dalle recenti leggi di bilancio impongono a tutte le Regioni italiane di accorpare molte scuole e tanti istituti che sono autonomi e indipendenti.

Scuola, seminare sempre di più, come alberi in un bosco

Eppure, invece che stringere, occorrerebbe estendere, coltivare, seminare sempre di più. O, meglio ancora, mettere a dimora nuovi istituti educativi, come se fossero alberi: infatti, se questi ultimi si radicano in profondità, contrastando i fenomeni erosivi e trattenendo le acque in caso di calamità alluvionali, le scuole si radicano nel territorio come presidi di legalità perché contrastano i fenomeni dispersivi e devianti della nostra società. 

Proprio a tal proposito è quanto mai opportuno parlare oggi di una ecologia della scuola. L’istruzione diffusa serve per sostenere il bisogno di conforto di generazioni di giovani sempre più preoccupate perché costrette a fronteggiarsi con le nuove ansie del nostro millennio. Allo stesso modo, l’educazione popolare del dopoguerra è servita per ricucire un tessuto sociale lacerato da un mezzo secolo di conflitti. 

Per fare un esempio, quanto cambia fare una passeggiata all’aperto in un contesto urbano fortemente trafficato o fare la stessa passeggiata in mezzo al verde? La semplice passeggiata, poi, agli occhi del lettore non deve apparire come un’attività perditempo perché spesso si rivela invece come un momento didattico importante per il benessere degli allievi o di qualsiasi abitante del nostro pianeta. Appunto nel nome di quell’ecologia scolastica che si riconosce nell’ecologia psichica e nell’ecologia economica

Dunque, fare qualcosa di bello per l’ambiente non ha il solo obiettivo di tutelarlo ma si presenta come azione finalizzata al benessere degli allievi, degli individui e della società in generale.

In tal modo si accentuerebbe la lotta alle disuguaglianze economiche e si garantirebbe la presenza in un territorio di una scuola come luogo sicuro dove rifugiarsi, a fronte delle eco-ansie e di quella solastalgia, ovvero il trauma vissuto da chi ha subito gli impatti devastanti di una tragedia naturale, per colpe però umane. 

Scuole e alberi, per ricercare ciò che è sublime nell’esistenza e mostrarlo agli altri.

Dunque, è un perfetto binomio per una vita profonda di cui

succhiare tutto il midollo per vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici”, come scrisse Henry David Thoreau, in Walde” a metà dell’Ottocento. 

E in quell’angolo lì, dove riporre la vita, oggi c’è anche la scuola.

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