(English translation below)
La Sardegna è capitale del muralismo italiano, e Orgosolo (provincia di Nuoro) ne è il cuore. Nei murales si trova una tecnica di disegno, uno stile di pittura che segue lo stile dell’affresco italiano, ma con una sensibilità politica. A Orgosolo, i murales raccontano la storia di una lotta globale contro l’abuso, il potere, la guerra, la violenza e il fascismo in Sardegna, Europa e oltre.

Dioniso, gruppo di anarchici sardi, firma il primo murales nel 1969. Pochi anni dopo, nel 1964, il professore Francesco Del Casino, nuovo insegnante di Orgosolo, invita studenti e locali a rendersi partecipi nel dipingere murales, con l’obiettivo di “rompere il muro che divide la scuola dalla società”.

Tematiche come l’onore della Liberazione dell’Italia e la Resistenza al fascismo rimasero temi centrali dei murales, ai quali contribuirono sia studenti che locali e artisti. La cultura sarda raccontata attraverso i murales è un elemento chiave di varie cittadine dell’isola – ma a Orgosolo ciò che sorprende gli occhi dello sconosciuto è lo spirito di lotta cosmopolita che regna attraverso i murales.

L’attività politica e sociale degli anni ’60 e ’70 racconta la miseria della guerra, la lotta per la terra, e la lotta contro il potere. Lo sguardo della Sardegna non approcciava solamente chi aveva un legame con la Sardegna o l’Italia, ma il mondo intero.

Dalle parole di Gino Strada, alla battaglia per la libertà di espressione nel murales intitolato Free Assange, all’attivismo che portò alla morte d’Iqbal Masih fino alla strage delle bombe americane e della situazione in Palestina.

Dalle parole di Lusso sul trattamento delle zone agricole e della, usando le sue parole, “provocazione colonialista” in Sardegna e oltremare, dal ruolo delle armi a dare la caccia all’essere selvaggio, come descritto in Caccia Grossa di Bechi, fino ai murales sulle condizioni dei migranti, sulla dittatura di Sadam Hussein fino agli anni di Salvador Allende e all’attacco storico alle torri gemelle.

La lotta contro la corruzione e le attitudini neocolonialiste, per la giustizia sociale e il pacifismo, dalla morte di leader come Allende alla tenacia della dittatura di Sadam Hussein, i racconti di Orgosolo sono attraversati dal filo conduttore dei valori umani, che si presentano come essenza solidale. L’obiettivo di questa resistenza si riassume in parte nelle parole di Brecht, “felice il popolo che non ha eroi”.

Per esplorare la cultura del murales in Sardegna ci sono due libri: I murales di Orgosolo racconta l”unicità di questo piccolo borgo, mentre Murales di Sardegna, edizione illustrata di Gianni Sirigu, esplora in generale il muralismo sardo attraverso le vie, le piazze, i giardini dei piccoli borghi e delle città della regione. 

ENGLISH VERSION

A cosmopolitan struggle in the murals of Orgosolo

Sardinia is the capital of Italian muralism, and Orgosolo (province of Nuoro) is its heart. In the murals there is a drawing technique, a style of painting that follows the style of the Italian frescoes; a political sensibility. In Orgosolo, the murals tell the story of a global struggle against abuse, power, war, violence and fascism in Sardinia, Europe and beyond.

Dioniso, a group of Sardinian anarchists, signs the first mural in 1969. A few years later, in 1964, Professor Francesco Del Casino, Orgosolo’s school new teacher, invites students and locals to participate in painting murals, with the aim of “breaking the wall that divides school from society”. Themes such as the honour of the Liberation of Italy and the Resistance to fascism remained central themes of the murals, to which both students and local artists contributed. The Sardinian culture told through the murals is a key element of various towns on the island – in Orgosolo, what surprises the eyes of the stranger is the spirit of cosmopolitan struggle that reigns through the murals.

The political and social activity of the 60s and 70s tells of the misery of war, the struggle for land, and the struggle against power. The Sardinian gaze to history did not approach only those who had a bond with Sardinia or Italy, but the whole world.

From the words of Gino Strada to the battle for freedom of expression in the mural entitled Free Assange, to the activism that led to the death of Iqbal Masih, to the massacre of American bombs and the situation in Palestine.

From Lusso’s words on the treatment of agricultural areas and of, using his words, “colonial provocation” in Sardinia and overseas, from the role of weapons in hunting down “wild” beings, as described in Caccia Grossa by Bechi, up to the murals on the conditions of migrants, from the dictatorship of Sadam Hussein up to the years of Salvador Allende and the historic attack on the twin towers.

The fight against corruption and neo-colonialist attitudes, for social justice and pacifism, from the death of leaders such as Allende to the tenacity of the dictatorship of Sadam Hussein, Orgosolo’s stories are bound by human values, which are presented as an essence of solidarity.

The goal of this resistance is partly summed up in Brecht’s words, “happy are the people who have no heroes”.

To explore the culture of murals in Sardinia there are two books: I murales di Orgosolo tells the uniqueness of this small village, while Murales di Sardegna, an illustrated edition by Gianni Sirigu, explores Sardinian muralism in general through the streets, squares, gardens of the small villages and cities of the region.

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