Il volto di Marielle Franco è apparso sui muri della Capitale in un murales che ne ricorda la memoria e il grande attivismo sociale. L’opera oggi è visibile in via Ugento 30, nel quartiere del Quarticciolo.

L’iniziativa rientra in un più grande progetto denominato Disegna le tue idee. L’arte non ha sbarre proposto dall’associazione LiberaMente vincitrice del bando della Regione Lazio vitamina G, e ha visto psicoterapeuti e volontari svolgere attività con le detenute del carcere di Rebibbia. Hanno preso parte all’iniziativa gli artisti Jorit, esecutore del murales, Moby Dick e Barbara Oizmud.

Marielle Franco è stata un’attivista brasiliana che si è lungamente battuta per il rispetto dei diritti umani ed è stata per questo giustiziata nel 2018 all’età di 38 anni. Dopo la morte di un’amica avvenuta accidentalmente, aveva deciso di mettere la sua esistenza al servizio di tutti. Si era avvicinata inoltre al mondo LGBT+ riconoscendosi come donna bisessuale e aveva avuto una figlia che aveva cresciuto da sola. La sua compagna di una vita, Monica Tereza Benicio, porta avanti la sua causa dopo la morte.

Marielle Franco era cresciuta nelle favelas di Rio de Janeiro, tra quei 46.000 che l’avevano eletta come consigliere comunale. La sera della sua morte, il 14 marzo 2018, un assalto alla sua macchina in piena regola l’ha freddata con 4 colpi di pistola.

Marielle Franco si è battuta contro la violenza sulle donne, contro gli abusi condotti dalla polizia nei confronti dei poveri brasiliani, di cui denunciava morti sospette. Era scomoda in tutto Marielle Franco.

In un momento come questo particolarmente intenso per il Brasile, al governo Lula si affaccia la sorella di Marielle, Anielle, oggi Ministra per l’Uguaglianza Etnica. C’è da credere che ora potranno dipanarsi le forti ombre che avvolgono la sua morte, attribuendo responsabilità e pene.

L’artista Jorit ne ripropone i tratti gridando il valore dei diritti umani dalle mura di un quartiere periferico di Roma, per ricordare che certe morti non avvengono invano e che le loro voci continuano a fluttuare come ponte tra i popoli. Nato tra i quartieri avventurosi della città partenopea, Jorit, all’anagrafe Jorit Ciro Cerullo, appartiene alla classe 1990 e malgrado la giovane età è salutato dalla critica come uno dei grandi street artist contemporanei.

Alla sapiente abilità pittorica unisce un messaggio sociale proclamato senza remore. Predilige soprattutto i volti e su questi introduce due lunghe strisce laterali sulle guance. Perché? Rimanda secondo lui al rito africano della scarificazione che segna il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta. La pratica consiste in incisioni, bruciature, tagli. La sopportazione del dolore è dimostrazione del coraggio di chi subisce l’intervento e conferisce prodezza e maturità. Tutti i soggetti rappresentati dall’artista sono esempi di fierezza e determinazione.

Il murales rientra  in una più grande iniziativa portata avanti da MarteSocial, un incubatore che si occupa di diffondere la cultura in quartieri periferici di Roma con lo scopo di creare aggregazione, riflessione, ricerca di una vita in linea con i propri desideri.

Vi invitiamo a osservare i ritratti di Jorit perché all’interno, quando la partitura lo consente, sono nascoste delle scritte che l’autore introduce per amplificare il valore artistico e didascalico del suo messaggio.

Jorit firma a Roma, sui muri del Centro Sociale Occupato Autogestito eXSnia, anche l’opera dedicata a Luana, la ragazza di 22 anni morta sul lavoro, a ricordo di tutti coloro che perdono la vita in questo modo. Al Tufello invece è visibile il ritratto di Bobby Sands, rivoluzionario dell’Irlanda del Nord che morì a 40 anni dopo più di 60 giorni di sciopero della fame.

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