Il cantante e ballerino, membro dei BTS Jimin, ci invita a raccogliere tutto il nostro coraggio per fare il primo passo con l’album Muse.

Come vi avevo già raccontato, la band sudcoreana più famosa del mondo – i BTS – hanno preso una pausa dalle loro attività di gruppo, per concentrarsi sui loro progetti da solisti, durante il periodo di servizio militare obbligatorio

Dopo avervi parlato delle proposte che hanno lasciato maggiore segno nel mio cuore – quelle dei membri Jin, Suga e J-Hope – è la volta di Jimin, il cui secondo album da solista mi ha piacevolmente conquistata. 

Prima di tutto, ve lo presento meglio. Park Jimin nasce a Busan, nel sud del Paese della Tigre, il 13 ottobre 1995. Tra le sue passioni più grandi c’è, sicuramente, la danza. Proprio in questa disciplina si è specializzato nella sua città natale, continuando, però, a studiarla a Seoul, dopo aver iniziato il suo percorso da trainee (periodo che precede il debutto di un gruppo K-pop e che serve a formare l’aspirante artista a trecentosessanta gradi). 

Fin dai primi tempi della sua carriera, è sempre stato noto per la sua dedizione: era l’ultimo a lasciare la sala prove e il primo a svegliarsi il mattino seguente per ricominciare a danzare. Dal 13 giugno 2013 è ballerino e cantante dei Bangtan Sonyeondan

Le sue caratteristiche più amate il suo viso dolce e i modi gentili. È, forse, uno dei membri più affettuosi del gruppo. I fan, gli ARMY, lo hanno sempre visto come un fratello maggiore nel quale trovare conforto

Moltissimi ARMY, infatti, hanno un rapporto speciale con Jimin a causa della sua esperienza travagliata con il cibo. Nonostante non sia mai stato confermato che l’artista soffrisse di un disturbo del comportamento alimentare, molte volte, egli stesso ha dichiarato di mangiare una sola volta al giorno, in passato. Questa scelta può essere motivata anche dagli infinti insulti ricevuti sul suo aspetto fisico (anni fa, è stato spesso paragonato ad un suino). Sono sicura che una buona parte di voi lettori – me compresa – abbia ricevuto spiacevoli commenti (non richiesti) sul proprio peso o si è trovato nella situazione di guardarsi allo specchio e disprezzarsi: ecco perché i fan si sentono profondamente connessi a lui, rispecchia perfettamente la generazione più giovane (e non).

“MUSE”, l’approfondimento sull’album

La raccolta, pubblicata il 19 luglio, comprende sette brani (sembra quasi un riferimento agli altri sei membri dei BTS). Sono due le canzoni principali: Smeraldo Garden Marching Band e Who.  Ci troviamo in un contesto opposto dal suo primo album da solista, Face (al quale sono immensamente legata e vi consiglio di ascoltare). In questa prima pubblicazione, si mostra sofferente, amareggiato, disilluso, quasi distrutto dall’amore.

L’album è stato registrato negli USA, dove ha avuto modo di collaborare con molti professionisti del settore, infatti, sono state pubblicate altre tre versioni dell’album (Wander version, Wonder version e i remix) tutte disponibili sulle principali piattaforme di streaming.

In ordine, la prima canzone è Rebirth (Intro), che immediatamente ci trasporta in un mondo magico, fatato, pieno di speranza. Jimin ripete più volte di voler trovare “il vero amore, un amore buono.  È una rinascita nel vero senso della parola, visti i brani passati, in particolare Like Crazy. Qui, invece, mostra il suo vero desiderio: si mostra pronto per accogliere l’amore. Afferma, inoltre, che ciò che conta sia essere speciale per la nostra persona.

La seconda traccia, Interlude: Showtime, serve come legame tematico con quella successiva e ci fa immaginare il contesto dove Smeraldo Garden Marching Band è ambientata: un giardino pieno di fiori, nel quale Jimin abbraccia il ruolo di cupido, aiutando le varie coppie presenti a compiere “il primo passo.  Il brano risulta essere una completa novità per l’artista, dal punto di vista dei sound.

Il quarto brano è una collaborazione con la cantante Sofia Carson. Slow Dance dai toni più soul e R&B, dove si racconta la necessità di un amore sano e sincero. Una rivoluzione assoluta sono gli arrangiamenti, che riescono a toccare il cuore.‘

Be Mine ci fa fare un tuffo nel passato. Dai toni più latini, ricorda immediatamente uno dei capolavori dei BTS, Filter. Proprio con canzoni del genere, riesce a manifestarsi il carattere poliedrico di Jimin: sa essere immensamente gentile, pacato e amorevole, ma anche molto sensuale e passionale.

Who è la seconda traccia principale dell’album. Il brano sembra più legato all’album precedente, ma ha anche le sembianze del pop anni Novanta e i primi Duemila. Jimin passa dall’essere spaventato di innamorarsi, all’avere un bisogno quasi disperato di esso. L’artista rivela che il testo sia stato complesso da scrivere:

È difficile per me interpretare questo brano, perché è come se qualcuno avesse trovato il mio diario segreto

rivela, imbarazzato al suo team. Il testo è sicuramente nostalgico, ma non deprimente. Il video musicale è stato girato in una gelida serata in Ungheria, nonostante ci sia stato un imprevisto dato dal maltempo che fatto cambiare i piani:

 “Avremmo dovuto girarlo l’indomani, ma era prevista una violenta tempesta… così abbiamo deciso di iniziare a girare immediatamente dopo il mio atterraggio”.

La strada si è trasformata in un immenso set – cosa che Jimin non aveva mai fatto prima – ed è stato come un musical (tanto da ricordarmi vagamente l’iconica sequenza con protagonista Gene Kelly in Singing in the Rain).

Closer Than This è la canzone che chiude l’album ed è una tenera e amorevole dedica ai fan e ai suoi membri, per non lasciarli soli durante il periodo del servizio militare obbligatorio. Nel video musicale, possiamo vedere la fase di brainstorming, in cui il cantante racconta i primi momenti con i BTS. Ha rivelato che il suo sogno sarebbe quello di cantare questa canzone tutti e sette, insieme, appena torneranno sul palco dopo questo periodo di pausa. Il brano sembra essere quasi una lettera ricca d’affetto scritta da un fratello maggiore, in cui traspare perfettamente l’animo dolce di Jimin. Una serie di frasi mi hanno colpita maggiormente:

Se lascio la tua mano per un momento è solo come una piccola virgola in tutta la nostra storia

Puoi chiamare il nostro nome, finché tutto non tornerà a risplendere di viola” (il viola è il colore ufficiale del gruppo)

Ogni volta che piove, io ricorderò le volte in cui ho cantato sotto la pioggia; ogni volta che nevica, io ricorderò i momenti in cui voi avete cantato con me sotto il palco tra la neve

“Smeraldo Garden Marching Band”: gli approfondimenti

SMGB è la prima canzone a cui Jimin e i suoi collaboratori hanno lavorato senza sosta, dopo il periodo in America, in seguito alle promozioni dell’album Face. Lo scopo era proprio quello di voler catturare quel momento gioioso dato dall’adrenalina della prima pubblicazione.

Il cantante ha rivelato di voler mostrare ai suoi fan il suo lato migliore,

sperando che voi possiate amarmi esattamente così come sono

e per farlo, ha voluto il rapper Loco al suo fianco. Smeraldo Garden Marching Band è per chi non riesce a esprimere da solo i suoi sentimenti.

Jimin ha partecipato al processo creativo della canzone, pensando al concept più adatto, tanto che è stata sua l’idea di inserire anche un gruppo di bambini nel video musicale e ha anche convinto il visibilmente imbarazzato Loco a prendere parte alla coreografia.

Il filo rosso è il fiore smeraldo, la cui storia si può apprendere in uno degli approfondimenti degli album dei BTS (Love Yourself: Tear). Il racconto affonda le sue radici proprio nella nostra terra, l’Italia, dove si credeva che, nel Medioevo, esistesse un villaggio denominato Città di Smeraldo, localizzato, secondo la leggenda, nei pressi di Verona.

Il protagonista della storia è un uomo dall’aspetto mostruoso, il quale viveva in un castello lontano da tutti e da tutto.

“Non si sapeva niente di preciso sull’uomo. Era il figlio illegittimo di un duca appartenente a una potente famiglia dei Pirenei; il duca s’innamorò della figlia di un giardiniere ed ebbe un figlio con lei. La donna morì dissanguata subito dopo il parto, e la moglie del duca e i suoi figli legittimi volevano ucciderlo, per cui il duca lo mandò lontano per proteggerlo.

Queste erano le voci, e molte altre, ma nessuno seppe mai la verità.
L’uomo si nascose, in solitudine, nel vecchio castello. Forse era per l’odio e la disapprovazione che aveva ricevuto fin dalla nascita, ma crescendo non aprì il suo cuore a nessuno, e se qualcuno cercava di avvicinarlo si alterava o nascondeva. La sua unica gioia era coltivare fiori nel suo giardino” (crediti BTS Italia)

Un giorno, una ragazza si avvicinò alla sua dimora e raccolse alcuni dei suoi fiori e ciò si ripeté per un periodo. L’uomo era curioso, quindi, ebbe l’idea di far finta di dormire e cogliere l’attimo per catturare la fanciulla e saperne di più. Con il passare del tempo, egli cominciò ad attenderla e la seguì, dopo aver indossato un mantello, fino a scoprire che la ragazza fosse ammalata e andava avanti, vendendo i fiori che rubava dal giardino dell’uomo. Egli, intenerito e preoccupato, decise di fare il possibile per aiutarla. Voleva insegnarle tutti i segreti per occuparsi al meglio dei fiori, ma pensava che, se avesse visto il suo aspetto, si sarebbe spaventata: non poteva dirle la verità e mostrare la sua vera immagine.

Così, l’uomo decise di creare per lei il fiore più bello mai visto prima, in modo da poterlo vendere ad un prezzo più elevato: il fiore smeraldo. Fu troppo tardi: la ragazza morì ed egli rimase solo con il suo giardino di smeraldi.

Il significato del fiore, La verità che non può essere detta, ci fa subito pensare al messaggio dietro il brano Smeraldo Garden Marching Band, ma non solo. Esistono due canzoni, nel repertorio dei BTS, che hanno come tema proprio la leggenda di cui vi ho parlato poco prima: The Truth Untold e Fake Love.

Dal video musicale di SGMB, invece, io noto alcuni velati riferimenti al film Il Mago di Oz del 1939 diretto da Victor Fleming. Sicuramente, già la parola Smeraldo può essere un indizio per citare la città stessa del romanzo dello scrittore statunitense L. Frank Baum. In più, il contesto fantastico, colorato, pieno di fiori, la presenza dei bambini, l’illusoria bassa statura dei ballerini e, più di tutti, il tappeto giallo sotto la band nella scena iniziale, sembrano tutti altri indizi che ci riportano al meraviglioso Mondo di OzFollow the yellow brick road.

Ciò che è chiaro, però, è che Jimin, con questo brano, vuole trasmetterci il coraggio di aprire il nostro cuore all’amore, con gioia e speranza… allora, vi ho convintƏ ad ascoltare Muse?

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