Rebibbia è sicuramente una delle più grandi carceri d’Europa, con i suoi limiti ma anche con le sue crescite negli ultimi anni. Basti pensare ai progetti pensati per le donne che hanno in carico bambin* o che sono incinte. Attraverso il libro Donne in carcere, si raccontano i profili delle detenute, il modulo M.A.MA. (Modulo per l’Affettività e la Maternità) legato all’affettività e alla maternità.

Casa dell’affettività, modulo M.A.MA.

Una ricerca sulla riabilitazione in carcere, spazi e opportunità

In questo libro edito da LetteraVentidue (2020), le autrici Francesca Gioffré e Pisana Pisocco hanno svolto una ricerca legata al mantenimento dei luoghi all’interno del carcere femminile di Rebibbia, focalizzandosi sulle donne detenute. Il libro mira a centrare il fulcro del problema: come riabilitare le donne se non hanno spazi riabilitativi per la loro vita all’interno della casa circondariale?

Il più recente rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione affronta un problema che è troppo spesso trascurato nell’approccio nazionale all’amministrazione e all’organizzazione delle carceri: la detenzione delle donne. Ci sono oltre 2.000 donne attualmente detenute in Italia, che rappresentano il 4,2 percento dell’intera popolazione carceraria.

L’enorme differenza tra il numero di prigionieri maschi e femmine ha fatto sì che l’intero sistema di detenzione, dai regolamenti alle condizioni alle disposizioni, fosse orientato al genere maschile. Anche le prigioni che ospitano esclusivamente donne sono modellate sulle strutture di detenzione maschili, e non esiste una prigione che adotti un approccio di genere che possa soddisfare le specifiche necessità delle donne.

Carcere femminile di Rebibbia, Roma

Antigone ha tentato per la prima volta nel 2005 di promuovere la creazione di un ufficio specifico, l’Ufficio per le donne detenute, con l’obiettivo di gestire tutte le carceri e le strutture di detenzione dedicate alle donne.

Sfortunatamente, l’esperimento non andò come previsto: l’ufficio fu incorporato nel già esistente Department for Treatment and Detention of Men, privandolo della sua indipendenza e del suo potere. Non molto tempo dopo, fu chiuso per mancanza di risorse e personale.Sebbene l’idea sia stata nel frattempo reintrodotta, al momento non esiste un’istituzione specifica che gestisca direttamente la detenzione delle donne e la questione non riceve quasi alcuna attenzione.

Le donne in detenzione hanno accesso a meno opportunità di istruzione e formazione e hanno in media livelli di istruzione inferiori rispetto ai detenuti maschi. Ciò alla fine pesa sulle loro possibilità di reinserirsi nella società e nel mondo del lavoro.

A ciò si aggiunge che le educatrici non sono adeguatamente preparate all’ambiente specifico di un carcere femminile: l’equilibrio interiore, le relazioni, i sentimenti sono molto diversi da quelli vissuti tra gli uomini e richiedono una formazione psicologica dedicata.
Ciò è ancora più importante quando ci si rivolge a donne che vivono in carcere con i loro figli, rendendole particolarmente vulnerabili e diffidenti.

Le questioni burocratiche, un peso per le donne

Sebbene l’Italia preveda formalmente diverse opzioni alternative alla detenzione, queste non sono facilmente accessibili: le donne devono far fronte a questioni burocratiche e dipendere dai giudizi e dalle valutazioni delle amministrazioni, che possono avere un peso enorme sulla loro vita personale e, quando ci sono figli coinvolti, sui loro legami familiari.

È necessario ripensare completamente la vita all’interno delle carceri e introdurre considerazioni specifiche di genere nella gestione delle strutture e delle attività carcerarie. È tempo di mettere la femminilità al centro del dibattito e creare un ambiente in cui non venga messa a tacere o trascurata.

Come disse Ilaria Salis

“dobbiamo parlare della condizione nelle carceri in Italia”

e aggiungo io anche della salute delle donne nelle case circondariali femminili nel nostro paese e a come prepararle a seconda della loro convivenza a vita o nel caso momentanea una volta uscite di prigione.

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