Le nuove vie dell’arte passano per il digitale e per l’intelligenza artificiale. Ma fino a che punto possiamo prevederne gli effetti sul valore e sul concetto stesso di arte? Ad esempio, quanto vale un NFT e cosa compriamo esattamente quando ne compriamo uno?

Giulia Sargenti ci spiega di cosa si tratta: certificati di arte digitale, acquistabili in criptovaluta tramite blockchain (e già a questo punto è possibile che non sia tutto chiaro), che consentono di replicare e condividere un’immagine ma non ne trasferisco la proprietà al compratore. E benché battuti all’asta anche per cifre astronomiche, si potrebbero svalutare per colpa di un tweet. 

L’intelligenza artificiale applicata alla creazione di immagini

Data questa volatilità, è facile pensare che i tanti che hanno accolto la novità come un annuncio di morte dell’arte come l’abbiamo conosciuta finora – analogica e tangibile – abbiano peccato di eccessivo entusiasmo

Ma cosa pensare invece dell’IA applicata alla creazione di immagini? Se il primo atto della creatività consiste nel mettere insieme in modo inedito elementi disparati, siamo sicuri che il modus operandi della mente umana è e sarà sempre inimitabile da parte di una macchina?

Già oggi, mentre lo strumento IA è ancora in una fase largamente sperimentale, qualche creativ@ confessa di supplire ai momenti di scarsa ispirazione buttando input in pasto ad un computer e lasciandosi guidare, e qualche volta sorprendere, dalle sue risposte; quante e quali possibilità avranno allora macchine con una capacità di immagazzinamento e rielaborazione dei dati ancora più avanzata? Le immagini prodotte esclusivamente da un soggetto umano senza alcun ausilio diventeranno l’eccezione?

Insomma, conclude Sargenti, forse dobbiamo prepararci a mettere da parte le certezze e interrogarci su cosa faccia di un individuo un artista, e su cosa sia l’arte.

Condividi: