Rileggere Robinson Crusoe per capire le migrazioni e i cambiamenti sociali di oggi
Robinson Crusoe non è solo il mitico avventuriero britannico, ma un essere umano che scopre la sua parte spirituale. Una rilettura che diventa necessaria.
Robinson Crusoe non è solo il mitico avventuriero britannico, ma un essere umano che scopre la sua parte spirituale. Una rilettura che diventa necessaria.
Il mare ci appare così enorme, sterminato, come se non avesse un fondo e nemmeno un confine, per poi riportarci a riva corpi di naufraghi e diventare un cimitero invisibile.
Ogni giorno numeri infiniti di persone scappano dai loro Paesi per raggiungere una vita migliore: migranti economici e rifugiati che attraversano il mare e usano le stesse rotte. Guardandoci intorno, e più precisamente basandoci a livello internazionale, possiamo notare che negli ultimi anni le migrazioni sono aumentate per svariati motivi: guerre e conflitti, globalizzazioni e crescenti differenze e disparità delle condizioni sociali e di vita tra un Paese e l’altro.
Esseri umani in movimento per svariati motivi, che possono andare dalla ricerca di una situazione lavorativa e di istruzione migliore, magari raggiungendo un membro della propria famiglia fino ai casi più estremi in cui scappano da guerre e persecuzioni che nel corso degli anni hanno preso piede nei loro Paesi.
E’ inutile nascondersi dietro scuse e non riconoscere che molti viaggi sono fatti in modo irregolare perché non sempre le persone hanno i documenti necessari, proprio per questo motivo devono affidarsi a trafficanti di mare che gli promettono di farli arrivare a destinazione, ma non sempre è così, e il più delle volte a destinazione non ci arrivano vivi.
Una speranza di salvezza che si frantuma come una zattera fatta in mille pezzi su una spiaggia: e per molti tutto questo è una minaccia alla sovranità. L’uomo da sempre si è spostato attraversando il mare che rappresentava uno splendido crocevia di scambi internazionali di prodotti e, a volte, di esseri umani: una situazione non tanto diversa dalle migrazioni del nostro secolo. Ma questo Robinson Crusoe non poteva immaginarlo.
Eppure è proprio attraverso il romanzo Robinson Crusoe, dello scrittore inglese Daniel Defoe, che possiamo trovare delle similitudini con la situazione dei migranti che viviamo nel nostro secolo.
Uno scrittore che nelle proprie opere fa trasparire una capacità di analisi data sia dall’esperienza di giornalista e agente politico, sia dallo sguardo che ha nell’osservare i propri contemporanei. Attraverso questo romanzo, viene proposto un nuovo realismo letterario, dando ai personaggi uno spessore che prima di Daniel Defoe non era mai stato preso in considerazione.
Il romanzo infatti approfondisce lo studio degli effetti della solitudine, che permette di costruire, dal punto di vista psicologico, il personaggio di Robinson Crusoe, che non è più solo il personaggio del mitico avventuriero britannico, ma un essere umano che scopre la sua parte spirituale.
Sullo sfondo appare il secolo delle rivoluzioni come la nascita del primo impero coloniale britannico, ma anche l’abolizione della monarchia per opera di Oliver Cromwell che diventò lord protettore di Inghilterra, Scozia, Irlanda.
Le rivoluzioni purtroppo non durano per sempre e se nel 1653 Cromwell scioglie il parlamento, nel 1660 Carlo II ristabilisce la monarchia, e successivamente compaiono figure come Giacomo II della dinastia degli Stuart e Guglielmo D’Orange III, che si alternano all’interno di rivoluzioni più o meno utili ai loro sudditi, mentre sullo sfondo si assiste allo sviluppo di arti, letteratura, scienze. E poi arriva la diffusione della pubblica istruzione e una nuova libertà di stampa di cui si avvantaggiano giornalisti come Swift e lo stesso Daniel Defoe.
La filosofia prende corpo attraverso la figura di John Locke che, definendo le nozioni della libertà individuale e collettiva oltre a quella del contratto sociale, porta avanti un discorso sulla tolleranza, senza più contrapposizioni tra scienza e religione: importante anche la figura di Isaac Newton e la legge della gravitazione universale, che dà prestigio all’Inghilterra facendole conoscere forse il suo periodo di splendore assoluto.
L’Inghilterra è stata anche scisma attraverso Enrico VIII che nel 1534 separa la Chiesa d’Inghilterra da quella di Roma, creando l’anglicanesimo e un compromesso tra cattolicesimo e protestantesimo: compaiono sette religiose indipendenti che non aderiscono a questo scisma e che, come i protestanti, si opponevano alla religione fondata da Enrico VIII.
Iniziano le persecuzioni che dal 1570 portano moltissime persone a emigrare in America e Olanda, così da cercare una situazione migliore, come del resto fanno i migranti del nostro secolo.
La narrazione fantastica di Daniel Defoe, attraverso il filtro della storia, diventa dunque la lente d’ingrandimento per capire le migrazioni di oggi.