È sbarcato da pochi giorni sulla piattaforma Netflix la serie Ripley, 8 episodi diretti da Steven Zaillian con protagonista Andrew Scott nei panni di Tom Ripley. La miniserie è il raffinato e inquietante ritratto di un eroe spregevole. Un uomo che non sembra avere molto nella vita ma che può contare sul suo particolare talento: saper imitare gli altri talmente bene da potersi sostituire a loro.

Ripley è un’affascinante e sofisticata perla apparsa nel catalogo Netflix. Nel cast anche Dakota Fanning e Johnny Flynn.

Tom Ripley si affaccia dal balcone della villa di Richard Greenleaf a Atrani
Tom Ripley si affaccia dal balcone della villa di Richard Greenleaf a Atrani

Una storia che non invecchia

La serie è tratta dal romanzo di Patricia Highsmith Il talento di Mr. Ripley e non è la prima volta che si porta questa storia sullo schermo. Prima c’è stato Delitto in pieno sole del 1960 diretto da René Clément con protagonista Alain Delon. Poi, più vicino ai giorni nostri, Il talento di Mr. Ripley nel 1999. Ripley, come il precedente film, racconta la stessa storia salvo piccole eccezioni stilistiche.

Tom Ripley vive da solo a New York e per vivere compie piccoli furti fiscali, sostituendo la propria identità a quella degli altri, camuffando firme e timbri per incassare assegni sotto falso nome. Viene contattato dal signor Greenleaf, ricco industriale navale, che elargendo un compenso gli chiede di andare in Italia a cercare suo figlio.

Il lavoro di Tom è quello di ritrovare questo vecchio conoscente, Richard Greenleaf, apparentemente sistematosi nella costiera amalfitana, e di persuaderlo a ritornare dalla sua famiglia in America. Tom parte e trova Richard Greenleaf che in compagnia della sua fidanzata Marge vive una vita tranquilla in una villa sul mare ad Atrani. Tom non ha alcuna speranza di portare a termine il compito assegnatogli dal signor Greenleaf e così lo abbandona per unirsi da ospite alla vacanza di Richard e scoprire l’affascinante Italia.

Tra Richard, Marge e Tom nasce un rapporto d’amicizia che lentamente rivela le sue debolezze. La presenza di Tom è scomoda, di troppo, e, ora che non ha più un lavoro da svolgere, inutile. La coppia di fidanzati è decisa ad allontanarlo, così Richard decide di fare con Tom un ultimo viaggio a Sanremo per parlarci e separarsi definitivamente. Ma a Tom non sta bene. Mentre i due sono in barca succede qualcosa che sì, li separerà, ma non come Richard si sarebbe aspettato. Ed è qui che Tom mostra il talento di Mr. Ripley: si impossessa dell’identità di Richard Greenleaf e della sua intera vita.

Tom Ripley sulla metropolitana newyorkese
Tom Ripley sulla metropolitana newyorkese

Piacere, Tom Ripley

Mr. Ripley, ruolo che nel film del 1999 interpretava un giovanissimo Matt Damon è ora interpretato dal talentuoso Andrew Scott, che oltre ad essere uno degli attori più attivi nel panorama teatrale britannico, si è fatto conoscere sullo schermo per il suo ruolo centrale nella serie Fleabag e da poco come protagonista nel film Estranei insieme a Paul Mescal.

Tom Ripley è l’eroe senza morale di questa serie. Per certi versi è comprensibile la fascinazione che Tom prova verso la vita mondana, ricercata ed elitaria svolta da Richard Greenleaf e Marge. Giornate passate al mare, in barca, o a leggere, dipingere e ascoltare musica. Un mondo che non gli appartiene ma di cui percepisce la bellezza e di cui vuole impossessarsi. Così assistiamo alla sua trasformazione. Tom passa da essere un piccolo truffatore che a stento riesce a tirare su qualche soldo, da diventare un ricco turista americano nella bellissima Italia. Ma per farlo Tom non deve essere più Tom Ripley ma qualcun altro.

È il suo talento e la sua condanna. Il ritratto dell’ambizione più pura e spregevole che non scende a compromessi pur di raggiungere e mantenere una ricchezza, una tranquillità. Il prezzo da pagare? Diventare anche un killer, spietato, lucido e cinico.

Tom Ripley, Richard Greenleaf e Marge Sherwood nella villa di Atrani
Tom Ripley, Richard Greenleaf e Marge Sherwood nella villa di Atrani

Fascinazione e raffinatezza

La novità più evidente di questo remake è la decisione di girare la miniserie interamente in bianco e nero. Una scelta che oltre a rendere perfettamente credibile un Italia del 1961 sprigiona finezza e classe. Il panorama italiano di Atrani, di Napoli, Roma e Venezia acquista una patina retro e allo stesso tempo è estremamente vivace. Un gusto estetico talmente pervasivo da entrare e uscire dalla diegesi. La cura verso i dettagli posta dai protagonisti nella pittura, l’oggettistica, i vestiti è completamente rispecchiata da una fotografia e da inquadrature pulite.

La fotografia del premio Oscar Robert Elswit fatta di raffinati chiaroscuri rende molte delle inquadrature di Zaillian dei piccoli quadri la cui visione è di per sé piacevole. Non a caso, l’arte, la pittura di Caravaggio e l’uso particolare della luce, sono fascinazioni che interessano i personaggi della serie Ripley.

la fotografia di Robert Elswit fatta di chiaroscuri

La serie, pur mantenendo la stessa storia del film Il Talento di Mr. Ripley, amplia la figura del protagonista facendoci affezionare alla controversa e inquietante psicologia di Tom Ripley. D’altronde è caratteristica autoevidente delle serie quella di avere più tempo rispetto ad un film e, spesso e volentieri, di usarlo per sviluppare e svelare aspetti psicologici e privati del protagonista.

Il cinico e apatico modus operandi di Tom è talmente persuasivo che sembra pervadere l’intero andamento della serie costruendo un clima di morbosa tranquillità e di suspense. Ripley è una serie d’autore magnetica da considerare sorprendente eccezione del catalogo Netflix. Il talento del regista, e del cast è evidente e meno disturbante di quello di Mr. Ripley, ma non per questo più affascinante.

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