Rita Hayworth, nata Magarita Carmen Cansino, non sarebbe da accumunare con altre donne dimenticate dalla storia di cui parlo nel mio blog. Stella del cinema hollywoodiano nel trentennio 1940-60, Rita Hayworth è ben conosciuta a livello mondiale, però essendo da poco trascorsa la giornata dedicata all’Alzheimer (21 settembre), voglio parlarvi di lei e dell’oblio a cui fu condannata negli ultimi anni della sua vita.

Margarita Carmen Cansino nacque nel 1918 da una coppia di ballerini, padre spagnolo e madre di origine britannica/irlandese; il primo la voleva ballerina, la seconda la voleva attrice. La fecero studiare e la prepararono ad entrare nella mecca del cinema, soprattutto con l’intento di farle avere ruoli come ballerina.

La costruzione di un simbolo

Il suo aspetto mediterraneo definito esotico, le procurava solo ruoli minori. Fu così che venne deciso un completo cambio di immagine; rimossi i capelli sulla fronte per renderla più spaziosa e colorati di un caldo rosso, Margatira vestì i panni di femme fatale e cambiò il nome, adottando il cognome della madre.

Rita Hayworth fu così confezionata diventando una pin-up per i soldati della seconda guerra mondiale e un simbolo sexy nel film Gilda accanto a Glenn Ford.

Rita Hayworth lavorò alacremente, a fine carriera poté contare ben 61 film, tutti girati con attori famosissimi (Orson Welles, Fred Aistaire, Cary Grant, ecc.)

 Era sul set de La collera di Dio, nel 1972, quando le parole “non me lo ricordo” vennero ripetute un po’ troppo spesso. Rita Hayworth ci provava a memorizzare le battute, era sempre stata molto brava e veloce a imparare il copione, ma durante le riprese di quel film le parole proprio non volevano fissarsi in mente.

E così gli operatori dello spettacolo iniziarono a criticarla: “forse beve troppo, dovrebbe smetterla”. “Ci sta facendo ritardare”. “Così non si può andar avanti”.

Bollata come alcolizzata 
Rita Hayworth fu sospesa

Fu messa in un angolo e mai più chiamata: era lenta, era impacciata, andava in crisi e si dimenticava le battute.

Quello fu l’inizio del suo declino professionale, a cui seguì quello della vita privata; perse due fratelli nel giro di pochi mesi ed ebbe forti screzi con la figlia. La depressione divenne sua inseparabile compagna.

Solo nel 1980 uno psichiatra di New York seppe diagnosticare il problema di Rita Hayworth, dichiarando che una forma di Alzheimer precoce era l’origine di tutti i suoi mali.

Questo fatto portò la malattia sotto i riflettori di tutto il mondo, furono istituiti centri specializzati, nacquero associazioni, fu creata una rete di supporto. Finalmente si cominciò a parlare di Alzheimer in modo costruttivo.

Ciò che aveva regalato l’oblio alla famosa attrice, costretta a lasciare le scene a soli 55 anni, diede invece visibilità alla malattia, permettendo alla scienza di far passi avanti nella sua cura.

Nel 1987 Rita Hayworth morì a New York, quando mente l’aveva lasciata già da tempo.

Se volete approfondire la malattia o sostenerne la ricerca scientifica vi invito ad visitare il sito dedicato all’alzheimer. Mentre qui vorrei ricordare Rita, nei panni di ballerina, mentre volteggia con Fred Aistaire in Sway with me.

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