Emma Saponaro, romana con ascendenze salentine e spoletine, ha appena pubblicato il suo secondo romanzo, Se devo essere una mela (Les Flâneurs Edizioni, pag 422, Euro 22) ed è reduce da un bel successo in termini di vendite registrato a Più libri più liberi, la fiera romana della piccola e media editoria. Ho colto l’occasione per intervistarla.

Come nasce Se devo essere una mela?
Ho cominciato a scrivere ‘Se devo essere una mela’ senza sapere nemmeno io dove sarei andata a finire, ho scritto sotto l’impulso di provare a raccontare tante storie di donne risvegliatesi improvvisamente da un sogno d’amore per scoprire di essere invece nel pieno di un incubo. Il libro ha preso forma così, pian piano ha trovato la sua strada.

Però non si tratta di un romanzo pesante, anzi, hai cercato di essere soprattutto ironica, frizzate, giusto?
Non ho voluto scrivere un romanzo triste, anche se la storia parte da una infelicità. Rebecca, questo il nome della protagonista, scopre di non aver più voglia di avere accanto un uomo il cui unico scopo – non dichiarato, certo – è di impedirle di realizzarsi, di vivere una vita piena e, soprattutto, sua.

Questa ironia, però, non impedisce che il percorso di Rebecca sia anche pieno di momenti complicati, duri. Quali sono gli ostacoli principali che deve superare? 
Quelli più complicati le vengono proprio da sé stessa, perché un conto è decidere di volersi liberare, un altro farlo effettivamente. Rebecca, come credo molte donne, deve prima di tutto combattere con resistenze interne. Poi, naturalmente, ci sono gli ostacoli esterni, che pian piano, come succede a tante anche nella realtà, vengono comunque superati.

Rebecca è la protagonista, ma nel romanzo ci sono anche altri personaggi?
Sì sì, personaggi che hanno il compito di rendere divertente il racconto. Beh, almeno io spero che sia divertente. Rebecca nel suo viaggio incontra una serie di personaggi che altri non sono se non la reincarnazione dei filosofi, con i quali disquisisce sui temi esistenziali dell’amore o della felicità. Da qui nasce anche il titolo, ispirato alla teoria dell’amore di Platone descritta nel Simposio, cioè le mele che, tagliate a metà, viaggiano per il mondo alla continua ricerca della metà mancante. Però alla fine del suo viaggio, Rebecca è convinta che non c’è nessuna mela a metà, che tutti e tutte sono delle bellissime mele intere, e che se mai incontreranno l’amore sarà nella loro completezza.

Quindi si tratta di un romanzo di fantasia?
No, nonostante questi incontri strambi, la storia è molto realista e contemporanea, direi. Rebecca nel suo percorso di liberazione diventerà, infatti, dapprima blogger e poi influencer in ambito culinario. Avrà un grande successo, soprattutto con alcune ricette provocatorie, pensate appositamente per far andare di traverso i pasti non solo al suo compagno, soprannominato Poldo, ma anche ai partner dei suoi follower. Ma il digitale non è il solo aggancio alla realtà, perché la povera Rebecca prima di ritrovare la luce dovrà anche affrontare delle avventure un po’, come dire, peperine, in un campo nudisti. Ma non anticipiamo troppo.

Emma, vuoi raccontarci qualcosa di te?
Ho sempre amato l’arte e la cultura. Ho scritto articoli di carattere psico-giuridico per la rivista Famiglia e Minori, della quale sono stata coordinatrice editoriale. Per ragioni legate al mio lavoro, ho potuto cominciare a dedicarmi alla scrittura letteraria solo molto tardi. Ho iniziato curando due edizioni, in collaborazione con la scrittrice Diana Sganappa, di Parole di pane, antologie destinate a raccogliere fondi per delle associazioni no profit impegnate nella lotta al disagio psichico. Ho scritto molti racconti, pubblicati in diverse antologie e riviste online. Alcuni sono pubblicati sul blog. Con ‘Se devo essere una mela’ sono al secondo romanzo. Il primo, ‘Come il profumo‘, ha avuto un buon successo di pubblico e mi ha spinto a proseguire su questa strada. Ma credo che sia giusto ricordare, per questo libro, la bella prefazione di Marina Pierri e il contributo di Alessandro Arrigo, che ha realizzato la copertina.

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