This is the end recitava la celebre canzone dei Doors.
Oggi noi artisti, ancora una volta, ci troviamo ad essere considerati non essenziali per la nostra società. A nulla sono servite le restrizioni, giustamente severe, per teatri e cinema.

A proposito, siete andati al cinema negli ultimi mesi? Io ci vado spesso e durante la settimana non credo di aver trovato più di quindici persone in sale da duecento posti… Veramente vogliamo parlare di una categoria che genera un rischio di contagio pandemico? 

Ieri parlavo di questo con un amico e mi ha sorpreso dicendomi che forse le persone che si occupavano della decisione di chiudere i cinema, al cinema non ci vanno, oppure andavano a vedere i cinepanettoni con code ai botteghini di Fantozziana memoria. 

Riguardo alla chiusura dei teatri è un colpo al cuore non solo perché credo sia stata una delle categorie che ha rispettato con maggior rigore tutte le norme, ma perché era l’unica via di fuga che ci permetteva di riempirci l’anima, di poter viaggiare senza muoverci, di entrare in sintonia con noi stessi e di sentirci uniti nel nome dell’arte che ha fatto grande il nostro Paese.

Ma se non ti interessa il sentimento che ho raccontato, allora ti parlo dei dati che noi artisti produciamo.  La cultura ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8: in altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori. I 92 miliardi che produciamo quindi, ne stimolano altri 163 per arrivare a 255,5 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,6% del valore aggiunto nazionale, col turismo come primo beneficiario di questo effetto volano. 

Quindi? Non mi spiego la scelta del governo di chiudere per prima questa straordinaria vetrina nel mondo.
Le Chiese restano aperte e, nel profondo rispetto del culto religioso, mi chiedo se la scelta di un governo laico sia stata davvero ponderata. 

Certamente non nego che il periodo sia difficile e che la prima colpa vada al Covid-19 che sembra non volerci lasciare… ma mi aspettavo una maggiore attenzione nei confronti degli artisti che attraverso il cinema, i concerti e gli spettacoli hanno fatto conoscere l’Italia al resto del mondo.

Inoltre vi confesso che tra le tante cose che mi preoccupano oggi c’è l’uso sconsiderato degli streaming live da parte degli artisti in salotti e camerette. Avevo trattato questo argomento qualche mese fa nell’articolo “il silenzio perduto”. Purtroppo abbiamo una seconda possibilità. 

Uno scrittore americano doveva ricordarci chi siamo con queste parole: “Se pensi che gli artisti siano inutili, prova a passare la tua quarantena senza musica, libri, poesie, film e dipinti”. Stephen King 

Per ribellarvi insieme a me attraverso un sentimento, vi consiglio l’ascolto di Sensation, con cui ho vinto il Premio Akademia Best Music Video ambiental/instrumental.

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