Singleismo: stereotipizzazione e stigmatizzazione delle persone single. Ma quali persone single? Anche nel caso del singleismo, le stigmatizzazioni si intersecano tra loro. Andiamo a vedere per esempio l’intersezione tra singleismo e discriminazioni legate all’età, alla classe e alla bellezza (intesa come conformità alle norme estetiche vigenti), stereotipi per donne e uomini.

La prima figura rappresenta alcuni degli stereotipi che accompagnano la vita delle donne single a diverse età e per diversi livelli di bellezza. Alcuni degli stereotipi sulle donne single sono talmente pervasivi che riescono a essere indipendenti dal livello di bellezza, per esempio l’accusa per le giovani single di essere tr*ie. Che non sia mai che una donna faccia quello che vuole del proprio corpo, e magari ricavi pure piacere dal sesso al di fuori di una relazione monogama! Passati i 35, si attiva la trasformazione in zitella e si diventa una poverina, che nessuno si è preso probabilmente per il suo brutto carattere.

Man mano che passa il tempo si attiva, soprattutto per le donne meno attraenti, la trasformazione finale: quella in strega. Avevate notato che le streghe e le cattive dei cartoni animati sono quasi sempre single e brutte? In pratica per le donne single non c’è possibilità di redenzione: se si è single si sarà sempre considerata una poverina che ha qualcosa di intrinsecamente sbagliato, si vedano anche tutte le congetture sulla singletudine di attrici ricchissime e bellissime tipo Jennifer Aniston

Andiamo invece a vedere cosa succede agli uomini single. In questo caso l’asse verticale del grafico include sia bellezza che ricchezza, perché per gli uomini esistono vari modi di redimersi dalla singletudine. Dopo i 40, gli uomini più ricchi si trasformano magicamente in scapoli d’oro, altro che zitelle! Lo scapolo d’oro è desiderato da tutte/i, anche se lui è troppo dedito alla carriera o a gestire i soldi di famiglia, e non vuole nessuna/o.

Ma cosa succede invece agli uomini non abbastanza ricchi da essere scapoli d’oro (e nemmeno di bronzo)? Qui entrano in gioco altri stereotipi, per esempio quello del mammone (sempre colpa della mamma) e quello dell’uomo che non vuole prendersi responsabilità (come se le uniche responsabilità che un uomo possa prendersi siano moglie e figli). Ma se i veri motivi per cui quest’uomo vive con la mamma fossero motivi economici? Se fosse troppo sfruttato e sottopagato per potersi permettere di vivere da solo e cucinare cibi sani per sé stesso?

Come per tutte le forme di discriminazione, se non si considerano le intersezioni si ha solo una visione parziale della storia. E voi quali altre intersezioni considerereste?

Elide Pan


Elide Pantoli è un’attivista femminista, fondatrice del progetto Modern Cinderellas Italia. Nel 2023 ha pubblicato con le plurali editrice il libro Cenerentole moderne.

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