Il sequel di Joker è stato un flop al botteghino, stroncato univocamente dagli spettator*, in parte dalla critica. Io l’ho trovato, al contrario, un bel film. Sì, è un musical, e forse poteva esserci un po’ meno cantato, ma è un bel musical, un bel film.

Joker, il lato debole dei carnefici

E lo è, a mio avviso, perché raramente accade che ci venga mostrato il lato debole dei carnefici, di rado è il colpevole a essere al centro e le vittime sullo sfondo. Occorre un animo vibrante per mostrare empatia, compassione e curiosità per il folle, poch* si prendono la briga di puntare l’obiettivo sugli ultim*, quelli che hanno mancato l’esistenza, i fragili, gli sventurat*. Siamo soliti etichettarli come colpevoli, responsabili, hanno sbagliato e devono pagare. Nessun* mai che provi a chiedersi perché il cattiv* è cattiv*.

La verità, che non interessa, è che dietro un colpevole, c’è sempre una vittima, dietro uno stuprator*, uno stuprat*, dietro un folle, un bambin* in mano a dei folli. Qualcuno ha detto, a ragione, che dietro una bella persona ci sono due belle persone, i genitori. Il concetto, ahimè, vale anche al contrario: dietro un folle, ci sono due folli. Un bimb* non amat*, abusat*, isolat*, sfruttat*, picchiat*, terrorizzat*, abbandonat*, un domani non potrà che diventare un deviat*, un pazz*, un dipendente, – e le dipendenze possono essere di qualunque tipo – potrà voler ripetere sugli altri ciò che ha subito.

L’ingranaggio difficilmente si spezza

Joker è un bambino che non è stato amato, un uomo bullizzato, imbrogliato, deriso, emarginato. Un individuo costretto a indossare una maschera per rendersi visibile; senza quella maschera, è un uomo fragile e folle, solo.

Quanti sono costretti a infilarsi delle maschere per ottenere qualche attenzione e un po’ d’amore?

Non si tratta di perdonare, o di essere stupidamente misericordios* (anche se), solo di credere che non esistono buon* e cattiv*, che camminiamo tutt* sul margine del burrone, a un passo dalla violenza, dalla bestialità che ci comanda.

Tutt* sospesi su un pozzo nero.

Quell* che alla fine ci cadono, spesso non sono i più cattiv*, solo i più sfortunat*.

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