La nostra esperta di digitale e dintorni Tiziana Catarci commenta i possibili utilizzi dell’intelligenza artificiale nel campo della creazione artistica. Un ambito ancora di nicchia rispetto alle forme d’arte più tradizionali ma che ha già mostrato una gamma piuttosto varia di possibili applicazioni.

Con alcuni evidenti limiti, certo: oggi l’IA è già in grado di comporre immagini di notevole impatto visivo e perfino alla maniera di grandi artisti del passato, ma sostanzialmente si tratta di un copia-incolla evoluto, mentre la creatività vera e propria resta caratteristica squisitamente umana. Una strada questa che, almeno allo stadio attuale dell’IA, non sembra poter approdare all’arte nel senso più autentico del termine.

Nuove forme d’arte, interazioni, fenomeno sociale

Ma esistono anche declinazioni più feconde, come nel caso di opere concepite per interagire con il fruitore e i suoi stati d’animo; o per visualizzare in una forma simbolica pregnante dati che descrivono un fenomeno sociale complesso, ad esempio la povertà alimentare nel mondo, e il suo articolarsi nel tempo, con il paradosso affascinante per cui l’opera cesserà di esistere – letteralmente si spegnerà – nel momento in cui sarà risolto il problema globale che essa traduce in sagoma visibile. Scienze informatiche, creatività e consapevolezza sociale stanno sperimentando, e in qualche caso stanno già trovando, le modalità per alimentarsi a vicenda.

Condividi: