Fino al 28 Gennaio 2024 nella bella Galleria di Arte contemporanea a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, sarà possibile visitare la collettiva Dell’umana dimensione. Arte e Visioni contemporanee lungo la Via Emilia.

Espongono Karin Andersen, Nicola Biondani, Alessandra Brown, Erica Conti, Gianluca Groppi, Federico Lombardo, Dayana Montesano, Morgan O’Hara, Nunzio Paci, Flavio Pacino, Ilaria Piccirillo, Elisa Rossi, Giovanni Giacomo Sementi, Giulia Sensi, Giuliana Storino, Wainer Vaccari e Gioele Villani.

L’arte contemporanea come medicina

Uno dei numerosi appuntamenti è parte di un progetto di esposizioni di arte contemporanea che si snoda lungo la Via Emilia, scelta come linea direttrice, direzione individuata per promuovere sguardi sull’essere umano con l’utilizzo di diverse forme espressive: disegno, pittura, scultura, arte digitale, video. Una rete attraverso cui è promossa la cultura intesa come intervento per continuare a stimolare la ricerca e lo sviluppo verso il recupero di umanizzazione della cura che coinvolga efficacemente anche l’arte come potente medicina.

Dell’umana dimensione è una mostra ben curata da Simona Negrini (responsabile della Galleria d’arte contemporanea di Palazzo Ducale), Tiberio Cattelani, Alessandro Mescoli e dallo staff dell’associazione culturale Ricognizioni sull’arte www.ricognizionisullarte.it con la collaborazione di Marcello Bertolla, Giorgia Cantelli e Massimiliano Piccinini che offre un’opportunità espositiva ad artisti affermati che condividono lo spazio con i meno conosciuti selezionati in accademie, gallerie d’Italia prediligendo il territorio, le eccellenze di prossimità e l’attività di scouting.

Karin Andersen

Un percorso espositivo, accuratamente studiato nel suo sviluppo, che ha inizio con le opere di Karin Andersen, un’ artista che da sempre si interroga su temi prevalentemente ecologici e il loro significato originario di scienza relativa alle relazioni di diverse specie o organismi, tra loro e con i loro ambienti naturali o artificiali.

Karin Andersen

La Andersen mette in discussione la filosofia antropocentrica che ha formato molto del comportamento umano rispetto alla biosfera, indaga la tradizionale definizione di natura come nozione opposta a cultura, sondando le iconografie zoomorfe ibride.

Karin Andersen

La considerazione di essere umani o animali, oppure animali come idoli soprannaturali, demoni malvagi o primitivi istintivi l’ha portata a sviluppare un “tipo” in cui la relazione uomo-animale sia flusso reciproco e orizzontale di interazioni.

Flavio Pacino

Nella sala dedicata ad un gruppo di artisti di Bologna nello spazio di via Marsala, che condividono amicizia e atelier, Flavio Pacino presenta un’installazione che ha come protagonista l’anatomia umana, sintetizzata in un ricordo poetico (un giorno libero) e ridotta letteralmente all’osso, attraverso la realizzazione di un rachide e un cranio in ceramica “faentina” che posa e si affonda su un letto vegetale di foglie. L’atto del compenetrare, di una sintesi dell’umano nel morbido fogliame è il ricongiungimento con il naturale più assoluto.

Gioele Villani

Gioele Villani presenta un’installazione tecnologica dove un dispositivo da lui ideato e programmato attraverso algoritmi, denominato “la Succosa” realizza disegni delle sue stesse componentistiche, come se la macchina prendesse coscienza di sé e riproducesse la propria anatomia e gli organi di cui si compone.

Ilaria Piccirillo

Ilaria Piccirillo si impone all’occhio con un’installazione di disegni a grafite di grandi dimensioni dove in un teatro dell’umano, l’anatomia umana, la rappresentazione e la figura si intrecciano e tessono insieme senza soluzione di continuità, tra slanci e metamorfosi.

Ilaria Piccirillo

Da una particolare connotazione collegata al titolo dell’opera prende forma un personale spettacolo di mondi differenti: libri pop-up per bambini di piccole dimensioni sulla scenografia di un palcoscenico di grandi dimensioni dove gli attori seguono un copione nascosto in una visione sospesa in cui il disegno, sdoppiato nelle ombre e nei ritagli della carta evade dal proprio piano e occupa lo spazio dello spettatore.

Giulia Sensi realizza “Lo spirito tuffatore” nato dall’interesse per la forma. Una Video-animazione loop a passo uno, ottenuta assemblando 720 tavole a grafite su carta, dove un personaggio simbolico, ispirato alle bambole Kachina della cultura Hopi nativa nordamericana, è il mezzo espressivo più funzionale a svelare il processo creativo. “Lo spirito tuffatore” significa, segna e anima il simbolo. Protagonista è uno spiritello e il suo Spirito. Uno spiritello bizzarro, morbido, umano e non umano: siamo noi così come noi potremmo essere gli altri. Il tempo narrativo infinito, il loop, ha lo scopo di suggerire il valore ciclico del mito che si rinnova al suo manifestarsi.

Morgan O’Hara

Morgan O’Hara espone disegni performativi ottenuti sincronizzandosi visivamente con i movimenti delle mani di persone impegnate a compiere azioni rituali o del quotidiano. Il suo lavoro si rapporta e si confronta direttamente con la vita dell’uomo traducendo il movimento e gli scambi relazionali delle persone attraverso una millimetrica trasposizione grafica delle azioni sulla carta.

Morgan O’Hara

Un’indagine che si comporta esattamente come una traduzione ottenuta con un sismografo organico dei movimenti che vengono trasportati sulla carta tramite fasci di matite che tiene e muove con entrambe le mani. Il risultato? Una mappa polare, una sensibile somma e registrazione della scena osservata dall’artista.

Giuliana Storino

Giuliana Storino dispone, con un allineamento perfetto, nove calchi delle proprie mani che riproducono le parole mano, umano, umanità attraverso la LIS (Lingua Italiana dei Segni), una lingua naturale veicolata attraverso il canale visivo-gestuale e usata in Italia dalla comunità sorda segnante a cui appartengono: sordi o udenti, segnanti nativi o tardivi.

Giuliana Storino

Con l’aiuto dell’interprete LIS Mariateresa Gibo l’artista ha studiato la gestualità delle lettere di cui l’opera si compone. Segno, Disegno, Scrittura, Linguaggio e Gesto, convergono nella piramide tassonomica alla mano che ha reso l’uomo umano. Il Segno corrisponde al Gesto, la Scrittura è sostituita dal corpo. La mano muove la riflessione sull’individuo e la specie, sulla genesi di ogni atto creativo. L’opera invita a compiere uno scavo della materia del linguaggio partendo dal concetto di umanità che nella contemporaneità sfugge dalle mani.

Wainer Vaccari, artista modenese di fama internazionale, presenta un’opera misteriosa in cui sintetizza la dimensione umana con quella cosmica (celeste) governata da leggi fuori dall’ordinario dove la Pittura si fonde con la fisica quantistica.

Federico Lombardo

Federico Lombardo presenta in grandi dimensioni volti realizzati con la fusione di una Pittura digitale e acquarello fuse su carta. La tecnica, molto personale, sintetizza il suo pensiero: umanità – essenza, spirituale – leggerezza – atemporalità. Chi guarda penetra senza barriere nello sguardo dell’altro attraversando l’organo di senso per approdare all’interiorità più profonda.

Nunzio Paci

Nunzio Paci installa i light box ottenuti retro-illuminando lastre radiografiche originali su pellicola, che incide manualmente con il graffito: proprie, della famiglia di persone incontrate durante la vita. Si tratta di superfici da lui ritenute fortemente evocative, ed espressioni di un linguaggio universale.

Nunzio Paci

Radiografie che da un lato si riferiscono ad una condizione traumatica che ha determinato l’attraversamento di una malattia e di una sofferenza, dall’altro sono la rappresentazione del punto da cui ripartire, dopo essere stati ingiustamente colpiti dal destino, ma ancora in grado di affrontarlo superando con la cura la situazione di crisi allo scopo di guarire. Immagini sinonimo d’identità, percezione corporea e consapevolezza di sé, associate al graffito come l’ibridazione tra uomo e materia naturale cara a D’Annunzio nella raccolta “Alcyone”.

Dayana Montesano propone immagini digitali ottenute tramite l’intelligenza artificiale (AI) rappresentate statisticamente su monitor per accentuarne la vitalità. L’unione sincretica è tra il femmineo sacro e l’identità mariana.

Dayana Montesano

Alessandra Brown, nella stessa sala, presenta con una tecnica a pastello un evanescente disegno che rappresenta la Madonna della Bruna di Matera. E’ un fermaimmagine tratto da un reportage dell’archivio storico della radiotelevisione del Mezzogiorno relativo alla festa della Bruna del 1980. La riproduzione analogica dell’immagine digitale frammentata riflette la frammentazione del contenuto reale che rappresenta e la sua progressiva perdita di uniformità. Forma e contenuto, in collaborazione, esprimono la progressiva impossibilità di definire un confine preciso tra tradizione e modernità, sacro e profano, preghiera e festa, autoctonia e consumo dell’esperienza.

Gianluca Groppi

Gianluca Groppi, nella teoria fotografica di un’ultima-intima cena in bianco e nero, propone una documentazione totalmente avulsa dalla rappresentazione originale dell’episodio, tuttavia aperta ad una ricchezza di suggestioni.

Elisa Rossi

Elisa Rossi guarda alla dea madre Gea con una grande tela ad olio. Una figura umana inserita in un tempo, in uno spazio indefinito e in una dimensione immateriale accessibile attraverso la porta. Il corpo, dai tratti maschili e femminili, si offre allo sguardo attraverso il piede destro nudo posato sulla superficie di un prato esaltato da un raffinato studio di zone in luce e in ombra che si espandono e rientrano dal limine.

Giovanni Giacomo Sementi (Bologna, 1583 – Roma, 1638) con la Madonna con bambino (1630 c.a.) proveniente dalla Galleria d’Arte Ossimoro di Sergio Bianchi a Spilamberto in provincia di Modena, regala una delicatissima scena di silenzio come bloccata da un fotogramma. All’interno di uno spazio d’ombra, la luce si fa nuovo spazio centrale dove il delicato ovale del volto della Vergine e del Bambino sono avvolte nella luminosità che scorre sulle superfici dei corpi composti. Nell’abbandono del bambino alla madre sta tutta la tenerezza di volumi morbidi nel gioco di gesti pacati tra i tessuti struttura.

Nicola Biondani

Nicola Biondani, lo scultore e autore delle ceramiche patinate, riproduce personaggi tratti dalla quotidianità, dalle relazioni del suo vivere l’umanità che incontra e che decide di narrare.

Nicola Biondani

Una sala è interamente dedicata alla creazione dei corpi o alle loro porzioni trattate da un cromatismo che ne accenda l’anima. Le opere sono corpo, sguardo, indumento come elementi assemblati per la creazione di coloro che vivono tra noi.

Mi piace pensare che il curioso osservatore, muovendo lungo la via Emilia possa incontrare quelle opere che affrontano problematiche vive, formulando possibili suggerimenti. Non campioni esclusivi della perfezione, ma esecuzioni libere, forme che nutrono la storia dell’Arte contemporanea collegate a situazioni oggettive, necessarie e da non poter trascurare. Creazioni elaborate con cura e attenzione, tanto da essere arricchite da esercizi letterari significativi per la restituzione del clima culturale.

Palazzo Ducale, via Giardini, 3 – tel. 0536 29964 / 29026
cultura@comune.pavullo-nel-frignano.mo.it
www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it

Orari di apertura
martedì, giovedì 10.00 – 13.00 / h. 15.00 – h.18.00
sabato, domenica e festivi: h. 16.00 – 19.00
Su richiesta lunedì, mercoledì e venerdì h. 10.00 – 13.00
Ingresso libero


Le opere dell’immagine in evidenza sono di Nicola Biondani.
La pubblicazione delle immagini fotografiche per questo articolo su ReWriters è stata autorizzata da Alessandro Mescoli.

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