Nel corso dell’ultima edizione della Fiera torinese The Others 2023, si è svolto il Premio Zenato Academy per la Fotografia Contemporanea giunto alla sua 4a Edizione. La piattaforma espositiva, nata con l’obiettivo di dare voce ai linguaggi delle nuove generazioni e valorizzare le realtà emergenti, ha creato uno spazio sperimentale in cui sono presentate le più innovative espressioni artistiche, nazionali ed internazionali, e che ha visto nuovamente partecipe, per il quarto anno consecutivo, Zenato Academy.

Nadia Zenato

La giuria, la collezione Zenato Academy

Nadia Zenato, imprenditrice veneta della nota e prestigiosa azienda di famiglia, ha condiviso dalla prima edizione della Fiera l’importanza di dare voce ad autori emergenti in un luogo privilegiato dove scoprire nuovi linguaggi e nuove tendenze. La giuria composta dal direttore artistico di The Others, Lorenzo Bruni, dal critico Luca Panaro, direttore artistico di Zenato Academy e da Nadia Zenato ha selezionato una delle opere presenti in Fiera che è entrata a far parte della Collezione Zenato Academy.

La selezione ha valorizzato la ricerca e l’attenzione verso la creatività contemporanea, elementi essenziali che hanno dato vita ad una vera e propria partnership in ambito culturale tra l’azienda Zenato e i giovani fotografi che si sono dimostrati in grado guardare la realtà da una nuova angolazione: oltre la visione abituale del reale.

La dimostrazione di un impegno, quello dell’azienda Zenato verso l’arte contemporanea, che quest’anno non si è limitata soltanto al Premio ma è partner dell’esposizione di Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929): Infinito presente, visitabile dal 17 Novembre 2023 al 24 Marzo 2024 a Palazzo della Ragione di Bergamo.

Un’iniziativa promossa da The Blank Contemporary Art e comune di Bergamo, curata da Stefano Raimondi e allestita da Maria Marzia Minelli, costituita da un’introduzione relativa alla ricerca dell’opera di Yayoi Kusama. Attraverso poesie, filmati e documentazioni, in un luogo di espressioni di fisicità e digitalizzazione dell’esperienza vissuta dall’artista, sarà possibile approfondire in più direzioni il suo lavoro.

Infinity Mirror Room, il fulcro del percorso espositivo

Il fulcro del percorso espositivo è l’installazione Fireflies on the Water, una delle sue Infinity Mirror Room più iconiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York, che consiste nell’esperienza d’ingresso in una stanza in solitudine consentendo l’accesso ad un visitatore alla volta.

Lo spazio dell’installazione, studiato e calibrato per ottenere un perfetto equilibrio tra i suoni e le luci, si apre al visitatore come varco di passaggio verso l’opportunità meditativa e contemplativa di vivere un’esperienza in uno stato di immersione e isolamento. Dalla soglia il passo successivo, in un istintivo abbandono del peso corporeo, coinvolgerà i sensi nella percezione di una dimensione che è altro da sé e stimoli ad accogliere la magia di una meditazione.

La mostra è parte del programma del Festival di Arte Contemporanea ARTDATE organizzato da The Blank e Palazzo Monti nelle città di Bergamo e Brescia.

Cecilia Del Gatto, Mescita

Dal 25 Novembre al 1° Dicembre, invece, nell’Ex Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo Alta sarà visibile la mostra fotografica collettiva di Zenato Academy intitolata Vino. Oltre: gli oggetti, il paesaggio, il ritratto, la fotografia, curata da Luca Panaro e organizzata all’interno di Art Date. L’esposizione è costituita da una selezione di opere dei venti autori provenienti dalle quattro scuole internazionali di fotografia che hanno partecipato al progetto Zenato Academy.

Greta Grasso, Vinalia Rustica

Zenato Academy nato nel 2018 come laboratorio di studio e sperimentazione culturale, soprattutto in ambito fotografico, ha fino ad ora accolto allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, F/16 di Berlino, FMAVScuola di Alta Formazione di Modena e SVASchool of Visual Arts di New York. Gli studenti di ogni scuola sono stati invitati a re-interpretare macrotematiche diverse quali gli oggetti, il paesaggio, il ritratto, la fotografia per poter andare oltre l’iconografia tradizionale attraverso il potere immaginifico della fotografia.

Bartolomeo Rossi, Come acini

Da ogni Scuola di Fotografia sono stati selezionati cinque studenti che, scuola dopo scuola, si sono succeduti nella Residenza con il proprio Tutor all’interno della realtà dell’Azienda Zenato. Le quattro immagini valutate come migliori, una per Scuola, sono state esposte alla 56ma Edizione del Vinitaly, il Salone Internazionale dei vini e dei distillati a Verona Fiere, ed accompagnate da un Catalogo.

Le parole del Curatore Luca Panaro:

La mostra consente di vedere per la prima volta tutte insieme le opere degli studenti delle quattro scuole coinvolte. Avevamo previsto questo momento fin dall’inizio come atto conclusivo di un progetto che ha permesso di compiere un viaggio nell’immagine fotografica delle nuove generazioni. L’esposizione consente di apprezzare le differenti impostazioni stilistiche dei vari istituti di formazione ma soprattutto la creatività degli studenti coinvolti di varie nazionalità. Evidente è la volontà di andare oltre la tradizionale rappresentazione fotografica. C’è chi lo ha fatto rispondendo a una chiamata tecnologica, cavalcando le potenzialità offerte dal digitale. Chi invece ha utilizzato apparecchiature tradizionali, interpretando il cambiamento in seno alla fotografia come qualcosa di più sottile. In entrambi i casi notiamo colori e forme alterati rispetto la realtà, riprese ravvicinate che tendono all’astrazione. È bello esporre tutto questo in occasione degli eventi dedicati a Bergamo-Brescia 2023 Capitali italiane della Cultura.”

Gli artisti

Giacomo Alberico, Kasey Baker, Nicola Biagetti, Xuhang Chen, Cecilia Del Gatto, Lisa Dollhopf, Stefanie Dollhopf, Alessandra Draghi, Jorge Garrido, Greta Grasso, Cesare Lopopolo, Zheng Ma, Paolo Munari Mandelli, Orecchie d’Asino, Bartolomeo Rossi, Lara Sapper, Pumipat Usapratumban, Anna Vezzosi, Marina Villanueva, Yu-Shan Sammi Wei.

Che cos’è Zenato Academy?

Zenato Academy è un progetto dell’azienda vinicola fondata da Sergio Zenato nel 1960, realtà produttiva divenuta riferimento in Italia e in 60 Paesi esteri per la capacità di interpretare, attraverso l’eccellenza dei suoi vini, l’anima del territorio d’origine. Consapevole dell’elettiva affinità fra il ‘racconto del vino’ ed il linguaggio artistico, Zenato Academy promuove la riflessione sui temi ed i valori che animano il mondo del vino attraverso la ricerca fotografica. Nata nel 2019 con il proposito di qualificare le esperienze e gli sforzi compiuti negli ultimi dieci anni in ambito culturale, Zenato Academy diviene luogo ideale in cui sostenere giovani artisti.

Da qui il dialogo con altri enti e istituti dediti alla cultura dell’immagine, le collaborazioni con scuole di fotografia nazionali e internazionali, la realizzazione di mostre e volumi fotografici.

Premio Zenato Academy 2023 per la fotografia alla Fiera di Arte Contemporanea The Others di Torino

Quest’anno il Premio è stato assegnato a Giacomo Erba, un giovane fotografo ventiduenne, per la serie di cinque opere dal titolo Rizoma (2022). G. Erba, nato a Milano nel 2001, è un artista visuale, che frequenta il corso di Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Giacomo Erba, Rizoma, 2022

Le parole del Curatore Luca Panaro:

Abbiamo deciso di premiare Giacomo Erba per l’originalità della proposta artistica, un’indagine su fotografia e natura dal taglio scientifico. Crediamo nella creatività dei giovani artisti e l’opera premiata si distingue per un’iconografia insolita, che apre a nuove prospettive di ricerca sull’immagine fotografica”.

Lucia Benedini, Giacomo Erba, Luca Panaro, Clelia di Serio

Una scelta che apparentemente si affida all’occhio di chi guarda come appunti di un viaggio frammentario ma che in realtà è razionale; come se si trattasse di una guida non ordinaria, ma di una singolare mappa scientifica e probabilmente sentimentale. Così accade che lungo il cammino di chi senza una meta precisa si limita ad osservare il paesaggio, per il quale a comunicare è il tempo, appaiono angoli segreti che probabilmente in tali vagabondaggi apparenti divengono luoghi dell’anima mutevoli e variabili a seconda delle stagioni.

Clelia di Serio, Lucia Benedini, Luca Panaro, Lorenzo Bruni

Immagini raccolte come se fossero cadute su una superficie, e dentro alle quali possiamo osservare altre immagini che sembrano ispirate dalla tradizione della Negative Capability del poeta John Keats (Londra, 31 Ottobre 1795 – Roma, 23 Febbraio 1821), la facoltà di chi è capace di essere nell’incertezza, nel mistero, nel dubbio, senza l’impazienza di correre dietro ai fatti o alla ragione. Perché se si riesce a sostare nell’incertezza non saturante ecco che anche il fotografo, come il poeta, è in grado di raccogliere le esistenze che lo circondano.

Oppure immagini attinte dalla Tradizione della Passeggiata, quella tradizione che troviamo nello scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche, Aldo Palazzeschi (Aldo, Pietro, Vincenzo, Giurlani, Firenze, 2 Febbraio 1885 – Roma, 17 Agosto 1974), o nel poeta e scrittore svizzero Robert Walser (Bienne, 15 Aprile 1878 – Herisau, 25 Dicembre 1956) entrambi maestri nel tracciare divaganti referti delle loro passeggiate durante le quali la mente si ritma, si perde e moltiplica le proprie capacità di assorbimento e interazione nella reciproca influenza di fatti, di fenomeni, di sostanze, e come azione e reazione di persone: le persone che osservano.

Giacomo Erba osserva e raccoglie spunti narrativi con cui raccontare il mondo intero, imbattendosi nei cambiamenti delle circostanze concrete del loro mutare o del loro morire.

Attraverso le sfumature cromatiche egli rivela la rappresentazione della morte di una vita biologica che si modifica, una fine naturale che non fa paura poiché la sua giustificazione evolutiva la trasforma in un bene che serve alla continuità della specie.

Posato lo sguardo su questi frammenti potremmo chiederci: perché indugiare?

Semplicemente perché è proprio lì, tra le pieghe e gli anfratti, che si può fare esperienza di ciò che rivelano gli infiniti punti interrogativi della vita offrendo all’umanità le vie per affrancare dall’inquietudine della sua fine. Nella Biologia, la scienza dei fatti e dei processi d’essere del vivente, attraverso le trasformazioni e i cambi di stato noi, esseri umani, potremmo definire la morte con le creative parole di Lévinas:

Un’emozione dell’ignoto”.

La pubblicazione delle fotografie per questo articolo su ReWriters è stata autorizzata da Lucia Benedini.

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