Maria Elvira Giuseppa Coda (poi Elvira Notari), nacque a Salerno il 10 febbraio 1875, ma si spostò a Napoli con la famiglia a inizio ‘900. Fondamentale fu il suo incontro con Nicola Notari, fotografo specializzato nella coloritura delle pellicole fotografiche; lo sposò e con lui fondò la casa di produzione cinematografica Film Dora.

Le tecniche di produzioni erano dozzinali, la tecnologia ancora arretrata, ma i loro corto e lungometraggi – dedicati per lo più a situazioni di vita partenopea – ebbero un discreto successo.

Invisi al Fascismo che non apprezzava che si ostentasse sul grande schermo la povertà e la cruda vita quotidiana, i Notari non ebbero vita facile. Le eroine popolane rappresentate erano troppo emancipate e cariche di erotismo, contrarie allo stereotipo voluto dal Regime.

Salvare le pellicole. L’America

In parte per salvare le pellicole, in parte per raggiungere il vasto pubblico emigrato, questi film realisti vennero mandati oltre oceano. Negli anni ’20 a New York venne aperta una sede della Casa di Produzione Dora Film nella famosa Mulberry Street, zona pullulante di italiani.
Portare un po’ di casa in terra straniera fu un’ottima idea imprenditoriale. Gli emigrati rivedevano la terra d’origine e nostalgicamente si sentivano più vicini a ciò che avevano lasciato. Iniziarono quindi ad arrivare richieste di documentari su commissione che riprendessero paesi d’origine.

L’attività di marketing e la produzione

Elvira Notari fu pioniera anche in questo, si occupava personalmente dei rapporti con la stampa, curando sia la pubblicità che le locandine dei film. Acquistava in anticipo i diritti sulle canzoni del Festival di Piedigrotta per la colonna sonora del film, svolgendo un lavoro di richiamo fin da prima dell’uscita del film stesso. Fondò anche un’accademia di recitazione da cui attingeva per i suoi attori.

Per le tematiche trattate da Notari, si nota un’analogia con capolavori come Il monello, Luci della città e Tempi moderni di Chaplin.

Guerra italo-turca tra scugnizzi napoletani (1912), fu il suo primo film di spessore, lo ambientò nel quartiere Stella di Napoli, dando il via a un precursore del Neorelismo (corrente artistica che vivrà il suo sviluppo oltre trent’anni dopo).
In vent’anni di lavoro la casa di produzione pubblicò oltre 60 lungometraggi e centinaia tra cortometraggi e documentari. Purtroppo è rimasto pochissimo di questo privilegiato sguardo sull’Italia di inizio Novecento.
Nel 1930 la Dora Film chiuse i battenti a causa dei costi non più sostenibili del cinema sonoro. Rimase in vita solo come casa di distribuzione, curata dal figlio della coppia Notari.

Fino alla fine di aprile sarà possibile vedere le opere di Elvira Notari in una speciale rassegna curata dal Comune di Napoli: Elvira Notari 150

Per approfondire la vita della prima cineasta italiana (e tra le prime nel mondo), vi propongo il libro di Flavia Amabile, intitolato appunto Elvira.

Mi rammarico che l’industria cinematografica non la ricordi col giusto tributo, Elvira è stata una pioniera lungimirante e coraggiosa che ha saputo lottare per il suo sogno.

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