L’iniziativa è del Mipaaf, l’obiettivo è combattere gli sprechi alimentari. Lo spreco alimentare costituisce un problema enorme e di rilevanza mondiale, che incide in modo significativo sull’approvvigionamento dei cibi e sulla sicurezza alimentare. Per sensibilizzare la popolazione mondiale al tema, la FAO ha istituito la giornata mondiale contro gli sprechi alimentari, che si tiene a partire da quest’anno, il 29 settembre.

Anche l’Italia ha cercato di rispondere al problema in vari modi. In primo luogo con l’entrata in vigore della legge n. 166/2016: “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.

Questa ha definito, per la prima volta nell’ordinamento nazionale, i concetti di eccedenze alimentari e di spreco, dando anche valore al recupero degli alimenti ai fini di alimentazione umana; ha previsto una semplificazione delle procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità, e incentivi a beneficio dei soggetti virtuosi, prevedendo la possibilità di riduzioni nella tassa rifiuti a favore delle attività commerciali o produttive che cedono a titolo gratuito le eccedenze.

Per rafforzare l’attività contro gli sprechi alimentari la legge citata ha istituito anche un fondo, finanziandolo per tre anni con 1 milione di euro per ciascun anno da destinare a progetti innovativi contro gli sprechi. La Legge n. 166/2016 ha dato un ruolo cardine al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che ha predisposto dei bandi nazionali, per il finanziamento di progetti innovativi per la limitazione degli sprechi alimentari.

In questi anni sono state svolte tre selezioni e assegnati più di 2 milioni di euro ai 40 progetti vincitori. Questi, proposti da soggetti pubblici e privati, no profit e di natura commerciale, hanno un taglio fortemente innovativo e sono molto vari: creazione di App che allertano il consumatore sui prodotti pronti alla scadenza; imballaggi intelligenti (edibili e/o conservanti); recupero di scarti e sottoprodotti, favorendone lo smaltimento o il reimpiego nei settori più diversi (quali estrazione di antiossidanti, produzione di protesi mediche, additivi alimentari, fonti energetiche alternative).

Vale la pena menzionarne qualcuno, con una breve descrizione:

Recover – CNR: prevede la riutilizzazione di scarti ittici industriali e la loro conversione in materiali per applicazioni biomedicali.

Packaging attivi ed intelligenti – ILPI s.r.l.: prevede di estendere la shelf-life dei prodotti ortofrutticoli ed informare il consumatore sul grado di maturazione della frutta attraverso l’impiego di imballaggi intelligenti e attivi.

NetFood – Networking for Food Challenge – Istituto per la famiglia ONLUS Albano Ariccia: mira a realizzare una piattaforma informatizzata di raccolta, utilizzo e distribuzione delle eccedenze alimentare.

Shelf-life – Università degli Studi di Napoli Federico II: si propone di produrre imballaggi edibili e a ridotto impatto ambientale con conservanti naturali (funzionalizzati con peptidi aventi attività antimicrobica) che aumentino la shelf-life di prodotti alimentari.

Progetto Food Value – Associazione culturale ISNET: recupero delle eccedenze alimentari attraverso la creazione di un sistema interattivo sul Web tra il settore della ristorazione e gli enti del terzo settore a vantaggio di cittadini in disagio o vulnerabilità economica.

Progetto Pac/Packaging Attivo Cristallino – Università degli Studi di Parma: mediante lo sviluppo di co-cristalli mira alla realizzazione di imballaggi attivi contenenti ingredienti naturali, in grado di prolungare la conservazione dei prodotti alimentari attraverso le proprietà antibatteriche possedute.

Restart – Università degli Studi di Brescia: si prefigge di recuperare e trattare scarti ed eccedenze alimentari per realizzare membrane filtranti delle acque capaci di ridurre l’inquinamento ambientale e addensanti per produrre gelatine alimentari.

Circular Food Chains – Politecnico di Milano: propone lo sviluppo di una piattaforma digitale integrata (hardware e software) per la gestione in tempo reale dei prodotti alimentari prossimi alla scadenza al fine di limitarne lo spreco attraverso la donazione ad una rete di organizzazioni no-profit.

Food Redi System – Società Food Redi System: prevede uno studio preliminare dei sistemi operativi e gestionali in uso nei punti vendita delle GDO aderenti e lo sviluppo di un dialogo con la piattaforma NetFood, affinché si incrementi il recupero delle eccedenze alimentari da destinare a persone in condizione di indigenza, migliorandone la tracciabilità mediante un etichetta digitale anche ad uso dei donatori.

Da questa breve sintesi si possono ricavare alcune conclusioni, significative.

Primo: non siamo soli. Da ormai alcuni anni, anche se non se ne è parlato abbastanza, non solo le istituzioni pubbliche (come il Ministero delle politiche agricole) ma anche altri soggetti, Università, onlus o imprese, si attivano per combattere gli sprechi alimentari.

Secondo: le iniziative sono moltissime e di tipi diversi. Sono molto creative, ingegnose: dovrebbero godere di una maggiore pubblicità e bisognerebbe finanziarle di più.

Terzo: finalmente – dopo tanti anni – lo spreco alimentare è un problema sul tavolo. E ci sono molti strumenti per affrontarlo: grazie alla tecnologia (dai software ai composti chimici) lo spreco dei cibi può essere fortemente ridotto.

Qui di seguito un po’ di link per approfondire il tema:

#iononspreco (comunicato Mipaaf)

Comunicato vincitori 2018

Fisco e tasse

Veterinaria preventiva

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