Quando avevo quindici anni trovai in una libreria un libro che mi affascinò, parlava dell’amore. Era di un autore indiano, in esso si voleva dimostrare che tutte le leggi della chimica e della fisica sono regolate dall’amore inteso come armonia.

Più tardi incontrai prima la professione di medico e poi quella di psicoterapeuta emozionale ed imparai che l’amore è la chiave per vincere ogni disarmonia e ogni problema.

In seminari esperienziali di gruppo che conduco da decenni il tema principale è sempre stato quello di rompere le resistenze e la paura che ogni essere umano ha di vivere pienamente le proprie emozioni.

Il delirio di onnipotenza
nel corpo umano e nella comunità

Nel corpo umano già dallo sviluppo fetale ogni cellula sa esattamente quale è il suo compito e il suo sviluppo spazio temporale, tutto è armonia e cooperazione, quando questa viene meno si rompe un equilibrio e una cellula può divenire cancerogena. Nel suo delirio di onnipotenza crede di non dover obbedire più alle leggi che governano l’equilibrio e degenera. Fa prevalere il proprio ego su quello della comunità.

Nella collettività umana avviene qualcosa di molto simile. Ogni essere nasce con un proprio Dharma, ossia con una sua specifica funzione nella società, come cellula di un unico corpo.

Se si esce da questo compito elettivo facilmente ci si ammala perché ci si allontana dall’armonia. Il concetto di Dharma molto diffuso in oriente è poco conosciuto nel mondo occidentale, spesso è confuso con quello di Karma. Ma mentre quest’ultimo fa parte delle leggi terrene della causa effetto, per cui ad ogni azione corrisponde una reazione, il Dharma fa parte di un principio universale che dà uno scopo al fluire della nostra esistenza.

Possiamo immaginare gli esseri umani come le onde dell’oceano che viste in superficie sembrano separate le une dalle altre mentre in profondità fanno parte della stessa essenza.

siamo tutti collegati come le onde del mare

Così siamo noi umani, ma spesso ci dimentichiamo di essere tutti connessi. Gli stimoli esterni fanno sì che ci identifichiamo nel nostro Ego ed è allora che vogliamo prevalere, spesso cerchiamo di imitare qualcun altro, come avviene nei giovani che invece di esplorare le proprie risorse cercano di essere qualcos’altro.

Alla domanda introspettiva: chi sono io? Molti entrano in crisi. C’è la paura di conoscersi, come se in ognuno di noi alberghi un mostro. Viviamo in delle gabbie emozionali create nell’infanzia e nell’adolescenza, uscire dalla gabbia vuol dire uscire dalla paura di affrontare i mostri interiori, la propria ombra che comanda e controlla le nostre azioni.

Questo lavoro su sé stessi, che è un cammino di crescita e di consapevolezza, è crollato e in gran parte defunto con l’avvento di un mostro fino adesso insospettabile, un nostro convivente, il virus. In particolare il Coronavirus Sars 2.

È nata una psicopandemia, una follia collettiva incontrollata

È sorta la paura dell’altro, gradualmente si sono costruiti muri, non più onde di un unico mare, ma soggetti sempre più arroccati nella costruzione del proprio EGO, con l’emergere dei fantasmi più oscuri del proprio inconscio.

Abbiamo iniziato a non darci la mano, a non abbracciarci, poi a mascherarci come ladri, privando delle espressioni emozionali del viso lo scambio reciproco.

l’importanza dell’abbraccio

Pensate ai bambini che sono privati dell’apprendimento emozionale nel guardare gli altri umani. La paura, che è il contrario dell’amore, ha preso il sopravvento ed è divenuto strumento di potere. Fino alla divisione di buoni e cattivi. Messi in due calderoni indistinti gli uni contro gli altri armati, ma armati di che? Della paura, entrambi hanno semplicemente paura e sono precipitati nel più profondo degli abissi, dove non c’è amore, ma divisione ed odio.

Studi recenti suggeriscono che le misure adottate per frenare la diffusione dell’epidemia di COVID-19 hanno generato problemi in tutta la popolazione.
La paura è pericolosa, è come un virus: porta disarmonia ed abbassa le difese immunitarie. Ritorniamo alla connessione con la parte più intima del nostro Sé, non facciamo prevalere la mente, l’egocentrismo e l’odio, ma siamo più aperti a comprendere e rispettare l’altro.

Nei prossimi anni dovremo fare i conti, non tanto con questo virus che diverrà endemico, ma con i danni psicologici spesso irreversibili che la pandemia ha provocato, la sindrome post traumatica da stress con l’esasperazione delle manie compulsive e delle paure: dell’altro, delle malattie e della morte.

Dove impera la paura crollano le certezze del quotidiano, si perdono gli obiettivi e gli ideali, tutto diventa transitorio e disarmonico.

Il filosofo cinese Lao Tzu ha scritto nel Tao Te Ching: “Attraverso l’Amore, non si ha paura”. Più di 500 anni dopo, san Giovanni Apostolo disse la stessa cosa: “Non c’è paura nell’amore. Ma l’amore perfetto scaccia la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione. Chi ha paura non è reso perfetto nell’amore”.

L’amore è una medicina per la paura

Esistono solo due realtà nel mondo polare che ci circonda: l’amore e la paura. Se non riusciamo a vivere nell’amore, con l’occhio del cuore aperto, siamo schiavi della mente e della paura che fa crescere intorno al cuore una gabbia sempre più spessa che impedisce di vivere le emozioni e le relazioni. Chi ha paura di perdere il controllo delle proprie emozioni è, in realtà, già senza controllo: è controllato dalla paura.

Un testo che può aiutarci è Love over Fear di Dan White Jr. ( ), in cui l’autore spiega molto chiaramente come in un mondo estremamente polarizzato come il nostro non sia possibile sanare le nostre divisioni finché non avremo confessato le nostre paure, cosa che riusciremo a fare solo se cominceremo ad amare.

E’ invece un vero trattato di psicoecologia il libro di Boris Cyrulnik Des âmes et des saisons che sotto un titolo quasi romantico nasconde un ragionamento raffinato e complesso su tutto ciò che cambia e che ci fa paura.

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