Metamorphika, da un vitigno camaleontico un vino mutevole e seducente
Da un vitigno che si adatta in modo sorprendente a diversi territori e situazioni climatiche nasce un vino dal nome indovinato.
Da un vitigno che si adatta in modo sorprendente a diversi territori e situazioni climatiche nasce un vino dal nome indovinato.
L’incontro con i vini di questo produttore é avvenuto presso un distributore, con il quale avevo ogni volta rimandato l’appuntamento per un sacco di imprevisti. Poi, é arrivato il colore arancione, e così, visto che molti impegni si sono diradati, abbiamo organizzato l’incontro. Quando ho visto la bottiglia di ceramica ho pensato a quegli oggetti ricordo che si trovano nei negozi di souvenir (veramente cattiva!). Ma mi sono detta: fidati di chi te lo sta consigliando! Sa quali sono i vini che cerco.
Mentre lo versa, so che é uno Chenin Blanc e mi domando: uno Chenin Blanc in Catalogna? Poi rifletto velocemente, il tempo di arrivare alla quantità giusta per la degustazione, e mi ricordo che questo vitigno é considerato una specie di camaleonte. Lo Chenin Blanc infatti si adatta a diversi territori e situazioni climatiche in modo sorprendente, anche se la sua patria d’adozione é la Francia, la Valle della Loira. Prima di assaggiarlo, voglio guardare per bene come si chiama: Metamorphika. Uhmmm! Mi parte il cervello in mille direzioni. Penso a Kafka, poi a Ovidio, e persa in non so quante analogie, chiedo qualcosa in più su questo produttore. Voglio capire quale sia, (o se ci sia) un nesso.
Joan Franquet ha avuto la fortuna di crescere tra gli olivi. Suo padre era già un produttore d’olio, ma con il tempo non ha resistito al fascino per il vino (come dargli torto!). E via a viaggiare per conoscere territori, vini e cantine. Quando è tornato ha cominciato a sperimentare per trovare la sua identità. Spesso penso che la curiosità debba essere classificata come un talento. Poi è arrivata Giovanna, la moglie, che in dote ha portato altri appezzamenti. Così le sue vigne sono tra Conca de Barberá e nel Priorat, nella provincia di Terragona. Piante meravigliosamente anziane, con età tra i 60 e 100 anni. Montagne massicce e una notevole escursione termica. Al naso é seducente con quella nota di limone e fiori bianchi. Mentre annuso, domando che tipo di lavoro fa per capire la vinificazione. La risposta é, per me, ancora più interessante: fermentazione in Tinajas di Villarrobledo (anfore di terracotta), 6 mesi di affinamento in barriques francesi usate e non filtrato. Addirittura la vendemmia avviene a mano e più volte sullo stesso filare.
Queste zone, soprattutto nel Priorat, hanno nel terreno un elemento particolare, la llicorella (si, con due elle). Un veloce giro su Google e mi appare la risposta al quesito del nome. È una roccia metamorfica, quindi preesistente, che si é trasformata a causa di una variazione delle condizioni ambientali. Ha un colore scuro che ricorda la liquirizia ed é ricca di quarzo. Tutto questo sapere mentre la degustazione diventa un percorso fatto di storia e terroir. La mandorla e una leggera nota affumicata non offuscano l’acidità strutturale di questo vino che si confonde con la mineralitá. Ora capisco la bottiglia che lo contiene, come a mantenere lo stesso percorso che in epoche remote faceva il vino. Mi piace Joan con il suo rispetto per la naturalità, e quindi alla fine della mia degustazione ho chiesto se potevo portarlo con me. Così arrivata a casa, la sera stessa, l’ho di nuovo bevuto, senza occhi aspettanti ed indagatori. Per ora mi accontento, ma confido che presto sia possibile tornare a viaggiare per conoscere di persona questi vignaioli curiosi.
Costador Wines, 25300 Barberá de la Conca – Tarragona
jf@costador.net