Torniamo a raccontare con Marco Buemi gli esempi di rigenerazione urbana partecipata in corso in Europa e anche in Italia, dove le amministrazioni invece di intervenire dall’alto coinvolgono la comunità nella progettazione dei servizi e degli spazi.

Rigenerazione urbana, il progetto avviato a Verona

In particolare vediamo da vicino un progetto con cui il nostro blogger sta collaborando, avviato dal comune di Verona, che riguarda il recupero di un parco. Far rinascere uno spazio lasciato all’incuria e alla criminalità, per trasformarlo in un hub nel quale giovani e giovanissimi possano praticare gli sport della strada come skate e street dance: quale approccio migliore che chiedere a ragazz3 dai 10 ai 18 anni come dovrà essere il loro parco?

Un luogo che, ci spiega Marco, andrà a colmare una lacuna, perché nell’offerta di strutture sportive delle nostre città gli street sport per lo più non sono contemplati nonostante ai giovani piacciano tantissimo; un luogo di aggregazione alternativo ad aggregazioni tossiche come le gang, spesso figlie della mancanza di alternative; un luogo anche culturale e intergenerazionale, perché potrà aprirsi anche ad altri utilizzi, ad esempio per il cinema o il teatro all’aperto. Un luogo di dialogo con le istituzioni e altri soggetti organizzati, a partire dalle scuole del territorio e dalle associazioni sportive esistenti. E un luogo inclusivo, che verrà progettato guardando ad esempi europei virtuosi di luoghi pubblici pensati con un’ottica di genere.

Questo è un aspetto importantissimo, sottolinea Marco, perché a tutt’oggi gran parte della pianificazione urbanistica è fatta da maschi, senza alcuna attenzione a quelle che possono essere le esigenze di donne e ragazze. Lui conosce bene l’esempio della città svedese di Umea, che invece i suoi servizi li ha pensati e progettati per tutt3, e intende trasferire la lezione in questo progetto che ha anch’esso un respiro europeo ma del quale Verona rappresenterà l’esperienza pilota.

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