Roma celebra L’Aquila e il suo papa Celestino V elevato ad eroe. E’ questo il senso dello spettacolo che si terrà il prossimo 2 marzo nella bellissima Sala Verdi dell’Hotel Quirinale, alle ore 19.00: Il Perdono nutre il mondoè il titolo di questo racconto in musica ispirato alle pubblicazioni di Angelo De Nicola, che sarà anche voce narrante, ideato dalla pianista e direttrice artistica aquilana Sara Cecala, con la partecipazione eccezionale del cantastorie Germano D’Aurelio, in arte ‘Nduccio.

Un evento che si inserisce nelle celebrazioni della 728ma Perdonanza della città dell’Aquila. Ma andiamo per ordine, e cominciamo da Celestino V.

“Che farai Pier da Morrone? Sei venuto al paragone”. Comincia con queste parole di Jacopone da Todi la nostra storia su Celestino V, noto papa dimissionario e tra i più controversi della vita della Chiesa.

Celestino racchiude in sé tanti primati spesso dimenticati: fu eletto al Soglio di Pietro da un conclave che non riusciva a mettersi d’accordo in nessun modo per le numerose fazioni interne – il che non era propriamente una novità – ma soprattutto che non era riunito a Roma – come vorrebbe la tradizione contemporanea – ma a Perugia (ma a quel tempo neanche questa era una novità).

Dovremmo in questo caso ricordare che la parola conclave è nata infatti a Viterbo qualche anno prima rispetto all’elezione di Celestino V, e fa riferimento a quel collegio cardinalizio che portò all’elezione di Gregorio X durante il quale, di nuovo, i cardinali non sapevano proprio a che santo votarsi. Fu allora che gli abitanti di Viterbo, inviperiti dal fatto che si continuava a menare il can per l’aia, li chiusero a chiave cum clavis e intimarono la soluzione a stretto giro.

Celestino invece fu incoronato Papa a L’Aquila, sua città prediletta, e non a Roma, nella Basilica di San Pietro. Perché? Nel 1294, anno in cui fu eletto, la basilica di San Pietro non si presentava come la conosciamo oggi: a quei tempi la chiesa era una fabbrica ancora in fieri e non aveva l’aspetto di adesso. Infatti, solo dopo il ritorno dei papi da Avignone nel 1377, decisione che Gregorio XI prenderà anche grazie alle richieste di Santa Caterina da Siena, comincerà la monumentalizzazione dell’edificio più importante della cristianità. Quindi perché L’Aquila? Perché a L’Aquila Celestino, a fine ‘200 e non ancora papa, aveva fatto erigere la basilica di Santa Maria di Collemaggio a seguito della richiesta della Vergine stessa di costruire un tempio a Lei dedicato.

L’annuncio al papato lo raggiunse in Abruzzo, mentre digiunava sul Monte Morrone, vicino Sulmona, nei luoghi in cui successivamente sorse l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone che lui stesso fece costruire. Alla delegazione che lo informava della sua elezione non voleva dire né sì e forse neanche no, non se la sentiva di prendersi tutta quella responsabilità e pare che abbia atteso un po’ prima di sacrificarsi come servo di Dio. Alla fine accettò, ma dopo soli cinque mesi decise di dimettersi.

Secondo alcune possibili ricostruzioni, Celestino non prese mai possesso della Cattedra di Pietro e non raggiunse mai Roma, bensì fu portato a Napoli da Carlo II D’Angiò che lo tenne alla sua mercè.

Il suo conterraneo in terra d’Abruzzi Ignazio Silone (nato Secondo Tranquilli e che mutò i connotati anagrafici in onore di Ignazio De Loyola e Poppedio Silone) dedicherà a Celestino L’avventura d’un povero cristiano, opera ampia che racconta il grande dramma interiore di questo papa che amava più i rigori dell’ascetismo che non i fasti della curia papale.

Durante il terremoto dell’Aquila del 2009, il corpo di Celestino V “è stato estratto vivo dalle macerie” e portato fuori dalla sua basilica di Collemaggio dai VVFF. L’espressione estratto vivo fa riferimento al fatto che il suo corpo e la sua tomba non furono corrotti dai crolli che hanno interessato l’area immediatamente antistante il suo sepolcro. Sa di miracoloso!

Celestino nacque in Molise, da umile famiglia, con il nome di Pietro Angelerio detto poi Pietro da Morrone. Lo studio, la dedizione, la consapevolezza di una chiesa estatica, i duri gioghi di una vita eremitica lo forgiarono alla semplicità, alla purezza, alla consolazione della natura.

Il giorno della sua incoronazione, avvenuta il 29 agosto del 1294 a L’Aquila, indisse un’indulgenza per tutti quei fedeli che con cuore contrito avessero varcato la soglia della prima Porta Santa della storia. Era nato il giubileo senza il giubileo! Quel perdono si chiama Perdonanza e si svolge all’Aquila tra il 28 e il 29 agosto di ogni anno.

Sarà Bonifacio VIII a istituzionalizzare l’invenzione dell’indulgenza plenaria, e dalle logge della basilica di San Giovanni in Laterano – antica sede del vescovo di Roma prima della Basilica di San Pietro – una mattina del 1300 istituirà il primo Giubileo della storia. Benedetto Caetani, sempre Bonifacio VIII, doveva però temere un po’ questo pretino d’altri intenti se, all’atto della sua rinuncia al papato per dimissione e non per morte, lo tenne in cattività nel castello di Fumone dove morì nel 1296.

Al momento dell’abdicazione al soglio papale, Benedetto XVI richiamerà il gesto di Celestino V.

Si intende quindi come quest’uomo fosse un rivoluzionario, un innovatore audace, un funambolo con idee troppo avanti, un progressista illuminato, un contestatario. Dante Alighieri lo ricorda nell’Inferno come “colui che fece per viltade il gran rifiuto”, ma oggi la critica è piuttosto concorde nel ritenere che l’autore non si riferisse a Celestino, ma ad altri che rifiutarono il papato dopo la sua abdicazione, spianando così la strada a Bonifacio VIII acerrimo nemico di Dante.

Inoltre, il vocabolario italiano distingue tra rifiuto e rinuncia: si rifiuta ciò che non si possiede mentre si rinuncia a ciò che si possiede. Celestino dunque rinunciò e non rifiutò.

Questa ed altre storie sono raccontante nei due libri del giornalista e saggista Angelo De Nicola che qui indichiamo I Papi e Celestino V. La Perdonanza da Bonifacio VIII a Francesco e Dante, Silone e la Perdonanza editi entrambi da One Group Edizioni.

Entrambi i libri sono stati la fonte d’ispirazione dello spettacolo che si terrà il 2 marzo al Quirinale alle ore 19, al quale i lettori di questo blog sono invitati a partecipare. L’ingresso è gratuito, la prenotazione obbligatoria all’indirizzo ass.operaprima@gmail.com

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