A San Gimignano, nel cuore della Toscana in provincia di Siena, Alessandro Cardinale con una personale dal titolo See the Unseen esporrà fino al 20 settembre 2024 da iSculpture Art Gallery, la prima Galleria d’Arte Contemporanea che si occupa di sola scultura italiana. Uno spazio espositivo dedicato alla Scultura in una città che per la caratteristica architettura medioevale del suo centro storico è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell’età comunale.

San GiminianoDi LigaDue – Opera propria, CC BY-SA 4.0,

See the Unseen, a cura di Francesca Cundari, Patrick Pii, con un testo critico di presentazione in Catalogo di Anna Lisa Ghirardi, prosegue la collaborazione, iniziata nel 2018, tra l’artista e iSculpture Art Gallery.

Nü Shu, scrittura sillabica-fonetica

Le opere di Alessandro Cardinale si collegano al Nü Shu (Lingua dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1995) che significa letteralmente libro delle donne. Si tratta di una scrittura sillabica-fonetica in cui ciascuno dei caratteri rappresenta una sillaba derivata dai caratteri cinesi e usata esclusivamente dalle donne del popolo Yao, un gruppo etnico che viveva soprattutto in Cina e in Vietnam.

L’artista lavora:

«sul linguaggio e la comunicazione, in particolare si tratta di una riflessione sulla dinamica della comprensione di un messaggio.»

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

Nü Shu fu una lingua segreta nata in una provincia della Cina, quella dello Hunan, creata da donne che vivevano originariamente in una società matriarcale e non erano abituate a quella patriarcale e maschilista come quella Han – oggi il gruppo etnico maggioritario della Cina e il più grande del mondo per numero di individui -, dove a quel tempo gli uomini detenevano tutto il potere ed erano i soli a poter partecipare alla vita politica.

Le donne della società Han, costrette a condurre una vita prevalentemente legata alla casa, crearono una simbologia nuova, segreta e cantata, sconosciuta agli uomini. I simboli di questa lingua venivano anche ricamati sui vestiti, dipinti sui ventagli e, per la caratteristica forma più tondeggiante e meno squadrata dei tradizionali simboli cinesi, scambiati per decorazioni da chi non li conoscesse. Si trattò dell’ingegnosa creazione di un sistema linguistico semplificato, rispetto alla lingua antica, ma soprattutto una scrittura meno complicato per le analfabete.

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

Fu solo negli anni ‘50 del XX Secolo che gli uomini iniziarono ad interessarsi a quel linguaggio strano, credendo si trattasse della simbologia crittata di una rete di spionaggio; tuttavia, benché avessero selezionato i migliori esperti linguisti per interpretarne il significato, non riuscirono a decifrare il Nü Shu. In seguito, negli anni ‘80, le donne Yao si sentirono finalmente libere di poter svelare il loro segreto poiché non sarebbe più servito in una società che iniziava ad ottenere il riconoscimento di uguaglianza tra i sessi.

In un’epoca oppressiva nella quale le donne vivevano sottomesse, prima al volere dei padri e poi a quello dei mariti, questo linguaggio tramandato da madre in figlia rappresentò un forte desiderio di condivisione. Permise di conoscere le realtà reciproche, diede più forza alla sorellanza tra donne, ma soprattutto attribuì un senso al vivere con l’offerta nel quotidiano di una via di fuga in contrapposizione ad una vita diversamente insopportabile. Le parole segrete liberavano emozioni profonde, in contrasto con il risentimento verso il predominio del maschio e il malinconico presente.

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

Un originale e unico sistema di scrittura che mantenne il suo segreto per secoli, nel periodo in cui la donna fu ogni giorno discriminata, considerata essere inferiore, utile solo alla procreazione e alla soddisfazione dei desideri dell’uomo. Considero da qui il lavoro presentato da Alessandro Cardinale, proprio in relazione al segreto custodito da quella geniale scrittura sillabica. Il nascosto è sempre presente nelle sue opere e determina la necessità di accostarsi ad esse come fossimo

“esploratori in avvicinamento graduale”,

mossi verso la realtà che suscita quello stupore e quel senso di meraviglia posti al centro della metodologia di ricerca.

Anna Lisa Ghirardi, nel bel testo in Catalogo, ci offre immediatamente le corrette direzioni da seguire:

«La meditazione sulla scultura, esperita inizialmente nelle forme tradizionali della lavorazione dei materiali lapidei, conduce Alessandro Cardinale alla rielaborazione degli aspetti fondanti il lavoro plastico: pieno/vuoto, peso/leggerezza, materia/atmosfera, dettaglio/insieme. La riflessione nell’ambito della tridimensionalità si sovrappone all’esperienza pittorica e a quella fotografica, nascono così le opere dalle forme minimali, in cui la luce è elemento generatore d’immagini, veri e propri svelamenti, che per loro natura sono evanescenti e incorporei, […].

Le barrette di legno o metallo e la tela di cotone richiamano le stecche e il pavese dei ventagli, la stoffa anche i tessuti degli abiti su cui veniva riportato il linguaggio criptato, mentre l’ambiguità tra immagine astratta e figurazione, nello specifico volti di donne o paesaggi, proietta i soggetti nel loro contesto storico e geografico.»

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

La mostra, itinerario corpo e sguardo

Un metodo, una modalità attenta all’importanza della cura verso l’opera e al desiderio di indurre alla scoperta di ciò che in essa è contenuto e che la rende assolutamente particolare per l’opportunità di definirsi in una ricerca svolta in azione: nell’acconsentire ad uno spostamento fisico che condurrà all’unico punto di vista in cui ottenere la visione completa del volto femminile. Così, la disponibilità di compiere un itinerario di corpo e sguardo, renderà chi osserva spettatore curioso e appagato dal giungere a un’improvvisa trasformazione silenziosa dell’apparente non-luogo, dove d’un tratto come per mófǎ 魔法 (magia), tutto avvenga per completezza. Le donne Yao hanno creato il proprio segreto linguaggio così come Alessandro Cardinale ha elaborato, nella statuaria severità degli esili listelli magistralmente scolpiti, il proprio.

Avvicinandovi per osservare vi accorgerete di una lavorazione di precisione, una registrazione di lievi scavi che apparirà come un codice, un lavoro disciplinato a rappresentare in sé stesso il legame con un passato: un’arte per la memoria che evochi volti femminili ordinando segni apparentemente senza alcun legame l’uno con l’altro, assolutamente incomprensibili di fronte ad un osservatore impaziente e avido di brevità. L’aspetto irregolare delle superfici, saldamente ancorate in verticale, sembra possedere il potere di rigenerarsi di fronte a chi guarda, rinnovandosi nella propria perfetta e sintetica capacità di essere forma libera che comunica libertà.

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

Il mistero custodito dalla scrittura sillabica-fonetica di quelle donne, è evocato e celebrato nell’arte che si unisce a quel mondo con uno studio sapienziale sulla forma, la materia, il segno, di un lavoro inserito in un più ampio contesto di indagini e riflessioni. Alessandro Cardinale esplora la realtà di un tempo per attingere, prima del gesto della mano, da ciò che resta dietro e oltre la storia di personalità alternative che desideravano la parità dei sessi e possedevano abilità grafiche ed eleganza necessaria nel movimento del polso per giungere a creare un linguaggio di rinascita; umanità e spirito di sperimentazione saranno conduttori all’idea di sintesi nella direzione dell’invisibile.

Alessandro Cardinale, See the Unseen, iSculpture Art Gallery

Ma come si afferma quel volto negandolo? Lasciandolo scomparire e comparire per provarne l’esistenza? Facendolo vivere come fosse scavato su cipressi, per assurgere ad oggetto e soggetto?

Osservando i volti femminili di Alessandro Cardinale avremo la sensazione di percepire il loro pensiero sull’insensato del mondo e poter udire la parola negata con la voce che aiutò quelle donne a stemperare il dolore nella scrittura. Indagare e interrogarsi su precipizi della vita, tracciando con coerenza la strada per giungere all’immagine completa in un processo di negazione, e solo da un punto di vista, ricorda quelle sillabe semplificate e concentrate per sottrazione. Con quelle donne vi è oggi la condivisione di un’economia sillabica in cui si è coagulato lo stesso messaggio senza più contenzioni; di fronte al quale, anche a distanza di secoli, non è possibile rimanere indifferenti.

Alessandro Cardinale

Nato a Padova nel 1977, ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Lavora nell’ambito dell’installazione e della figurazione, sviluppando il tema della luce e della percezione. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive e personali promosse da associazioni culturali, fondazioni per l’arte contemporanea, gallerie ed enti pubblici in Italia ed all’estero tra i quali ricordiamo: NAMOC National Art Museum of China – Pechino, Factory 798 Art District – Pechino, Building Bridges Art Foundation – Los Angeles, Istituto Italiano di Cultura di San Francisco. Le sue opere sono presenti all’interno di collezioni pubbliche e private.

Informazioni mostra

Durata: fino al 20 Settembre, 2024
Orari: dalle 11.00 alle 17.00 – Sempre aperto su appuntamento
Info: info@isculpture.it

iSculpture – Via San Giovanni, 56 – 53037 San Gimignano – Italy
Tel.: +39.348.9330487 – Fax: +39.0577.940207

La pubblicazione delle immagini fotografiche in questo articolo della Rivista Digitale ReWriters è stata autorizzata dalla Dott.ssa Anna Lisa Ghirardi.

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