Cari e care ReWriters,
oggi vorrei partire da un elemento abbastanza comune nell’infanzia e da due letture che in modo diverso lo mettono in scena. Darò una lettura parziale di questi due libri che aprono spazio a moltissime interpretazioni e letture diverse, ma oggi vorrei attraversarli a partire dal senso del possesso che hanno i bambini e le bambine fino ad una certa età.

I bambini e le bambine e il possesso.
Il libro “Tuttomio”

Il primo libro che vi propongo, decisamente esplicito in questo senso e esilarante si intitola Tuttomio, è di Klara Persson e Charlotte Ramel ed è edito Beisler con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles.

La storia di Tuttomio è presto detta: la mamma dice a Sally che verrà a giocare a casa loro Nico e Sally, presa da un raptus di gelosia nasconde nell’armadio tutto ciò che non vuole far toccare a Nico, arriva a nascondere ogni singolo pezzo della casa, persino il rubinetto, il frigorifero, ed anche la sua mamma! Tutto e tutti nell’armadio, a riparo da mani e occhi estranei!

Nico arriva e annuncia la possibilità che arrivi un’altra bambina a giocare, Eva, allora Sally nasconde anche Nico nell’armadio… ed è a quel punto che da dentro l’armadio si sentono dei rumori sospetti… qualcuno lì dentro si sta divertendo, sta giocando, meglio buttare l’occhio a cosa accade nell’armadio…

La narrazione porta all’ennesima potenza qualcosa che per i bambini e le bambine è assolutamente naturale provare, ovvero il senso del possesso tipico della loro età e che non è in nessun modo paragonabile all’egoismo adulto perché il ribadire cosa appartiene è parte integrante del processo di rinascimento della propria identità e dei confini di questa. Sally finirà per giocare felicemente con Nico e con Eva e con tutto ciò che ha in casa, senza ulteriori gelosie, ma è il processo per il quale ha ribadito la propria identità che mette in scena il libro.

I bambini e le bambine e il possesso.
Il libro “Una coda per Nisse”

Il secondo albo che vorrei richiamare in questo post è Una coda per Nisse, di Eva Jacobson edito da Iperborea con la traduzione di Giola Spairani. Questa è una narrazione del tutto diversa, decisamente più lieve e gentile, il protagonista che ha perso la coda accetta di buon grado dei sostituti pur di avere una coda con cui andare ad una festa insieme al sua amico. È tuttavia quando la ritrova e la scopre addosso ad un’altro personaggio, che scatta il senso del possesso, giustamente. La maialina che si è appropriata della coda e che non accetterà di buon grado di restituirla scoprirà qualcosa di sé non aveva notato, proprio come Nisse.

Tutto è bene quel che finisce bene dunque?

Direi di sì, e tuttavia il nucleo delle storie non è la conclusione bensì il processo che vi conduce, è il viaggio stesso il motivo del viaggio. E nel viaggio della crescita, l’esercizio della sperimentazione dei propri confini anche a partire dal possesso, o presunto tale, delle cose, è tappa obbligata e positiva del percorso verso il riconoscimento dell’altro a partire dalla scoperta dell’identità personale.

Tuttomio e Una coda per Nisse sono due albi illustrati bellissimi, con una cura nel testo e nell’immagine straordinari, decisamente divertenti e mimetici il cui valore intrinseco, come sempre, non sta nella storia bensì nella qualità letteraria che regalano a quei bambini e bambine perché possano ritrovarsi nelle loro storie.

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