Animali, non bestie: le ragioni di un impegno. Video intervista con Gianluca Felicetti
Animali, non bestie: le ragioni di un impegno. Il presidente di LAV Italia racconta quanto c'è ancora da fare
Animali, non bestie: le ragioni di un impegno. Il presidente di LAV Italia racconta quanto c'è ancora da fare
Gianluca Felicetti, presidente della Lega Antivivisezione italiana, ha incontrato ReWriters in nome del comune impegno per i diritti delle specie non umane. Il nome che ha scelto per il suo blog è già un programma: smettiamola di identificare gli animali con i comportamenti bestiali nell’accezione negativa che diamo al termine, perché questo linguaggio che ci attribuisce implicitamente una superiorità rispetto a loro è l’anticamera della negazione dei loro diritti.
Quella negazione anche del diritto più basico di ogni vivente che campeggiava in un manifesto di denuncia, e che turbò a tal punto l’adolescente Gianluca da spingerlo a contattare la LAV senza neanche conoscerla (era nata da appena due anni) e a diventarne subito attivista. Quella piccola realtà è diventata un soggetto di livello nazionale ed europeo, protagonista di tante battaglie per la tutela degli animali, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e l’advocacy presso le istituzioni (a questo proposito abbiamo parlato tempo fa del recente libro di Felicetti, La politica degli animali).
Ma c’è ancora tanto da fare per far capire a tutt3 l’importanza del tema e per smontare le premesse culturali della crudeltà verso gli animali, non soltanto le sue manifestazioni specifiche. Chi, mentre mangia un uovo, si rende conto che questo semplice gesto presuppone una filiera produttiva responsabile dello sfruttamento di milioni di galline? Chi si rende conto dell’ impatto devastante degli allevamenti intensivi sull’ambiente e sul clima? Chi si rende conto che comprare un animale in un negozio – anche se poi ce ne curiamo e gli diamo affetto – implica monetizzare il valore della sua vita, vederlo più come un oggetto che come un individuo?
È una sfida complessa, ma è quello per cui vivo, dice Gianluca: riconoscere agli animali il pieno diritto alla loro animalità, non misurata su di noi e sul nostro senso dell’utile, del buono, del carino. Un rapporto tutto da riscrivere, nel segno della convivenza e del mutuo riconoscimento.
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