Pubblichiamo l’ultimo articolo riguardante l’intervista a Mario Cristiani di Galleria Continua in cui racconteremo alcuni dei progetti più significativi dell’Associazione Arte Continua. Qui troverete la prima e la seconda parte dell’intervista.

Apprendiamo da Cristiani che per ideare un progetto, gli artisti vengono selezionati dai curatori e, dopo aver fatto uno o più sopralluoghi, realizzano opere site specific nel territorio, dando corpo e interpretando il senso concreto del luogo che, a quel punto, non è più un “luogo senza arte”.

Arte Continua come spazio sociale

Con le loro opere sostanziano, creano punti di riferimento e di ridefinizione del territorio. Si delinea così una nuova zona di identità sia collettiva, intesa come uno spazio sociale, sia come luogo antropologico, che, incredibilmente, contribuisce a delineare – in seconda battuta – l’identità personale.

Anche per questo motivo prosegue Cristiani:
“Dobbiamo rompere il circuito centro periferia. La città ha una continuità con la campagna, anzi dovrebbe ridefinirsi accogliendola al suo interno. Dobbiamo portate ad una scala sempre più visibile e grande queste azioni, come ad esempio l’idea delle case popolari pensate come sculture abitabili a risparmio energetico oppure quella di creare luoghi “riforestati” in città, nella speranza che questo possa innescare quella trasformazione di cui ci sarebbe bisogno. La modalità potrebbe essere semplice: chi ha più mezzi ne metta anche una parte, ma in modo volontario, a disposizione di chi ne ha di meno: mezzi non solo economici ma anche culturali. Avviando in questo modo il processo in un “territorio non profit”. E’ proprio per favorire e costruire questa alleanza pubblico/privato, dimostrando così che è possibile farlo, che la Galleria ha anche la parte associativa, cioè la non profit” ci confessa Cristiani.

Il progetto “Arte per la riforestazione”

Di grande rilievo ci sembra il progetto Arte per la Riforestazione che, iniziato nel 2022, ha comportato l’avvio di una raccolta fondi tramite un’asta solidale, finalizzata alla “riforestazione” di una zona di case popolari della città di Prato.
“Grazie a questa campagna abbiamo donato 150.000€ al Comune di Prato e commissionato al prof. Stefano Mancuso e PNAT la realizzazione del “Bosco delle Neofite”, nell’ambito del progetto Prato Forest City”.

La raccolta fondi è stata possibile grazie alle opere offerte da 15 artisti della comunità internazionale. Il progetto consiste nella piantumazione di specie arboree un tempo non autoctone e appartenenti a luoghi lontani dal pianeta e che, qui riunite, creeranno un parco di biodiversità ed inclusione.
“Le piante come ossigeno per il corpo, le opere degli artisti della comunità internazionale dell’arte come ossigeno per la mente e viceversa. Un’equazione per sensibilizzare per via d’arte al rispetto per la fragilità e la forza della vita“, questa la dichiarazione di Mario Cristiani.

Oltre alla piantumazione di alberi, il progetto consiste anche nell’installazione di opere d’arte e nella realizzazione di case a forte risparmio energetico, ad alto valore tecnologico ed ecologico. Tutto ciò permetterà di abbattere l’inquinamento e procedere alla realizzazione di un primo nucleo che faccia da stimolo alla rigenerazione di tutto il tessuto urbano.
“Speriamo di aver avviato un esempio virtuoso tra arte, riforestazione, bellezza, risparmio energetico e miglioramento dell’aria e delle condizioni di vita. Ci auguriamo che chi ha più mezzi economici e culturali possa investire con l’associazione nel miglioramento degli spazi della vita, da quelli abitativi agli spazi comuni, come ad esempio i posti di lavoro, i parchi, le strade, le piazze; generando in definitiva le città del futuro con più arte, alberi, aria e vita migliore. In questo spazio il connubio natura-uomo-arte potrebbe essere perfettamente concretizzato”.

A questo proposito Cristiani riflette sulle questioni ambientali e ci dice:
“L’umanità non può diventare matrigna sulla natura. Non servirà a molto avere tante ricchezze, acqua buona da bere o cibi sani se non sapremo come respirare. Mi sembra che stiamo tagliando il ramo dell’albero su cui siamo seduti. Se non ci sono gli alberi ed ossigeno a sufficienza noi moriamo, siamo una variabile dipendente dall’albero. Se non agiamo subito anche noi umani saremo tra “le vittime” e non soltanto chi ad oggi ha più disagi, ma l’umanità intera!”

Gli altri progetti di Arte Continua

UMoCA (Under Museum of Contemporary Art) è il museo/ progetto ideato dall’artista cinese Cai Guo-Qiang donato alla città di Colle di Val d’Elsa dall’artista e dall’associazione. Il progetto consiste nella “ridefinizione” degli archi del ponte di San Francesco di Colle di Val d’Elsa attraverso il coinvolgimento di artisti di fama internazionale che ne hanno interpretato gli spazi, generando un connubio tra il contesto naturale e storico. In questo caso l’Associazione Arte Continua in collaborazione con il comune di Colle di Val d’Elsa è riuscita anche ad organizzarne il restauro grazie ai fondi pervenuti dal PAC 2020.

Un altro progetto a cui sta lavorando l‘associazione riguarda il tentativo di connessione tra la fabbrica dell’aria, creata dal Prof. Stefano Mancuso, e la “fabbrica dell’arte” in cui è prevista una collaborazione con Tobias Rehberger per dar vita ad una vera e propria fabbrica nella quale poter lavorare. Sarebbero quindi un dentro ed un fuori che si uniscono per diventare un’unica grandissima scultura capace di sostenersi da sola. La “fabbrica d’aria” consiste in un sistema inventato dal Prof Mancuso e dal suo team in cui le piante all’interno di una struttura con le pareti in vetro molto simile ad una serra depurano una quantità d’aria più grande rispetto al volume occupato. Lo stabilimento diventerebbe così a sua volta un’opera d’arte in cui “si produce aria” e si vive meglio. A questo progetto Arte Continua destinerà gran parte delle sue energie.

AXV=A acronimo che si scioglie in Arte X Vino = Acqua è stato un progetto di solidarietà, curato da Vicente Todolì per la parte artistica e da Antonello Colonna per l’aspetto vinicolo. Nasce nell’ambito di Arte all’Arte ed era destinato a raccogliere fondi per la realizzazione di impianti idrici in molti paesi, tra cui Mozambico, Senegal, Brasile, Cina, Palestina, Israele, Sri Lanka ed altri. “Fu impressionante come all’incontro di donazione, le due parti in rappresentanza di Israele e Palestina non si guardavano. Noi eravamo in mezzo e parlavano a tutti e due ma il gelo era evidente già all’epoca”, racconta Mario. Sei artisti erano stati invitati a ideare altrettante etichette di una selezione di vini del territorio coinvolto nel progetto Arte all’Arte. L’associazione ha quindi realizzato delle casse e un portfolio con le stampe numerate e firmate il cui ricavato, per un totale di due milioni di euro, è stato interamente devoluto in beneficenza per la realizzazione appunto degli impianti idrici. Il progetto si collegava ad un’iniziativa dell’ONU del 2003, riconosciuto come anno mondiale dell’acqua.

Arte Pollino ha visto la partecipazione di artisti internazionali che hanno realizzato opere site-specific nel Parco Nazionale del Pollino. Riferendosi agli esordi Cristiani chiarisce: “Al Pollino ho lavorato come volontario, pensavo che fosse una regione povera, come la mia terra di origine quando la mia famiglia si spostò da Calitri a Poggibonsi, e volevo fare qualcosa per il sud d’Italia. Accolsi quindi la proposta di Valerio Giambersio e Aldo Colella di invitare Vicente Todolì a curare il progetto, che a sua volta invitò Anish Kapoor, Carsten Höller e Giuseppe Penone a realizzare opere permanenti per il parco. Volevo avviare un ripensamento per cui gli artisti potessero rappresentare il tramite di un mondo urbano in cui le altre forme di vita erano prevalenti. Non un parco sempre più eroso da espansione ed antropizzazione, ma il preludio ad una città diversa, in cui la foresta potesse esser integrata nella città. Intendo dunque in questo senso la continuità, dopo il covid, tra questo progetto del 2009, e le Città del Futuro del 2019.”

Le Città del Futuro nascono come una serie di incontri ideati durante il lock down per riflettere sul ruolo dell’arte contemporanea nella società moderna e come strumento di azione per le città del futuro. Consistono in una serie di discussioni tenute da Mario Cristiani con artisti di rilievo. Il progetto è promosso dal Comune di Prato, in coordinamento con la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, ed è continuato successivamente con gli incontri all’Orto Botanico Corsini di Monte Argentario.

“Secondo me la strada è affidata di nuovo agli artisti, la speranza è che ci possano donare concetti che portino i popoli e coloro che prendono decisioni in campo politico ed economico a trovare nuove vie alla coesistenza nel pianeta. Possono sembrare utopie, ma non lo sono. Gli artisti possono ricucire il mondo e incanalare e trasformare in positive quelle energie distruttive che abbiamo avviato con il processo di trasformazione e che molto hanno dato, ma molto di più stanno distruggendo”.

L’arte per me è parte indispensabile come l’aria. È effimera e fondamentale, senza libertà dell’arte non si vive. L’arte è essenziale e non è eventuale. L’arte visiva è il preludio della parola. Gli artisti sono traduttori in termini umani di qualcosa di più alto, più profondo e più giusto. Dobbiamo però ricordare che non tutto ciò che viene realizzato adesso è contemporaneo e che non tutto quello che viene chiamato arte lo è realmente. Per questo è importante che ci siano persone motivate e altamente professionali dedite a sostenere e sviluppare questo discorso, coniugando nel non profit le energie degli artisti, delle amministrazioni e delle istituzioni pubbliche oltre che dei privati illuminati. Nella speranza che prima o poi anche gli altri prendano questa strada, perché l’importante è costruire esempi virtuosi e alleanze sociali, subito”.

Grazie a Mario Cristiani.

Condividi: