Alla luce di quello che scrivo da circa un anno, non deve sorprendere che in Italia il genere cli-fi stia avendo un incremento di popolarità non attraverso la letteratura ma tramite un mezzo relativamente nuovo e interessante: il podcast. Che in realtà è il vecchio radiodramma, ma su piattaforme nuove e, di conseguenza, con nuova libertà di forma ed espressione. C’è voluto il lockdown per farlo diventare popolare nel nostro paese.

Occorre un attimo di concentrazione e di ascolto per capire che Rudy Belli (il narcisista) e Daniel Cotenna (il conformista) – interpretati da Massimiliano Loizzi (del Terzo segeto di satira) e Fabizio Biggio (I soliti idioti) – non sono comuni speaker radiofonici del 2021: la prima puntata parla di un supertecnologico iPhone 26s e di una allenza politica Africa-Cina. Ben presto però viene introdotto il tema scottante – da prima distanziato nello spazio: la Bulgaria è rimasta senza acqua. I due speaker, un po’ minchioni, fanno l’errore di mettere la notizia come terza in palinsesto, sottovalutandola. Daniel però riceve un vocale della moglie, rimasta senza acqua nella doccia. L’anno è il 2035.

Così apre The Source, titolo del nuovo interessante podcast cli-fi e del programma radiofonico fittizio che ne costituisce l’ossatura, nato da un’idea di Pietro Cattorini. Per ora, sono sei puntate da venti minuti circa uscite in estate, la scorsa estate caldissima.

Si ride e ci si inquieta, fra le pubblicità futuristiche che descrivono strane merendine dagli ingredienti misteriosi e armadi con intelligenza artificiale che suggeriscono tips per colori e accostamenti (l’inglese da marketing evidentemente si è espanso a macchia d’olio). La realtà però irrompe dalle notizie dell’ultima ora: l’Australia è caldissima, i suoi abitanti (koala compresi) sono in fuga verso l’Europa. Sono i nuovi migranti. E anche in Italia, come in Bulgaria, non c’è acqua. I politici – che poi sono influencers, gamers, youtubers, tik tokers (come non pensare al mitico Idiocracy dove il Presidente degli Stati Uniti era un wrestler?) – temporeggiano. Solo la regista del programma – Elettra, la cui sorella è una ricercatrice e si occupa proprio di cambiamenti climatici – sembra accorgersi della gravità della situazione.

Io sono incredibilmente felice di questo podcast. Felice per il taglio comico straordinariamente di effetto, felice per il realismo futuribile in stile Orson Welles (ma con il tono irriverente di Solar), felice per il tema – ne parlavamo a proposito di Dune del rischio siccità – e infine felice per il fatto che dal progetto sia scaturito un contest dal quale nascerà un volume di racconti che non vedo l’ora di leggere (e ammetto che, a mia volta, ho partecipato). Termina il 30 novembre, se a qualcuno interessasse.

The Source da un lato e il Dune di Villeneuve dall’altro stanno finalmente facendo parlare del genere cli-fi a livello di diffusione di massa. Ho letto articoli su testate note dove se ne tracciava la storia nominando i grandi scrittori che lo hanno frequentato: Cormack McCarthy, Ian McEwans, Margaret Atwood e il buon Ballard come antenato. Dall’altro, finalmente, si sta creando un immaginario – che è il punto e l’urgenza di questo genere.

Il mondo di Rudy e Daniel ci descrive tendenze verosimili: la politica che viene dallo spettacolo e che risponde inadeguatamente, le azioni dell’acqua in bottiglia alle stelle e il prezzo del mezzo litro che lievita con la crisi, gli eroi che diventano nemici nel corso di una conversazione pubblica, lo scarto fra nord e sud Italia, l’individualismo versus il bene collettivo, la rabbia delle persone inconsapevoli del fatto che si potevano prendere precauzioni prima, l’importanza dei media e sopratutto il disastro idrico attualmente in corso. Non a caso, dietro a The Source c’è il Gruppo CAP, che gestisce il servizio idrico di Milano. Molti colpi di scena del palinsesto del programma fittizio The Source sono modellate – prevedibilmente – su cose già vissute a proposito dell’emergenza covid che forse è servita a far capire, a chi ha voluto capirlo, che certi disastri possono sconvolgere radicalmente il quotidiano senza possibilità di tornare indietro. L’iperbole comica è straordinariamente efficace per prendere coscienza del mondo in cui viviamo.

“Non è fantascienza” recita il claim del contest. Infatti è cli-fi, si basa su dati reali e un giorno potrebbe accadere.

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